Putin dichiara l’esistenza del primo vaccino contro il Covid-19 e lo registra col nome Sputnik V. Non mancano tuttavia le riserve provenienti dal mondo Occidentale.
In questi giorni rimbomba su tutti i media la notizia circa l’esistenza di un possibile vaccino. Un traguardo importante che darebbe così le ore contate al famigerato virus COVID-19.
Stando a quanto emerso in questi giorni, Putin avrebbe con orgoglio dichiarato di possedere il vaccino e di essere la Russia il primo paese a livello globale ad aver trovato una cura al COVID. Il vaccino sarebbe – citando le parole dello stesso Presidente – molto efficace.
Ma vi è di più, Putin si è lasciato andare in ulteriori dichiarazioni: ha affermato infatti che ad una delle sue stesse figlie è stato somministrata una dose del vaccino chiamato “Sputnik V” come l’omonimo satellite terrestre lanciato nel 1957.
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Sputnik V, la risposta dell’Infettivologo Massimo Galli
Parole meno liete provengono dall’infettivologo Massimo Galli il quale, se da una parte fa intendere la speranza che quel vaccino possa davvero mettere fine a contagi e vittime, non vuole tuttavia trarre – precisa – conclusioni affrettate.
Il vaccino russo deve prima superare una serie di controlli per verificare la veridicità di quanto dichiarato dallo stesso Presidente Putin il quale in più occasioni ha ribadito la già avvenuta registrazione del primo vaccino al mondo anti-Covid.
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Da settembre inizierebbe la fase della produzione industriale per soddisfare le richieste dai 20 Paesi che avrebbero già chiesto un miliardo di dosi. All’inizio del nuovo anno, avrà luogo la distribuzione dello Sputnik V.
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