Molti di voi, in questi giorni, si staranno chiedendo come contrastare l’influenza che colpisce a causa del repentino cambiamento climatico. Molti, ancora, staranno cercando dei rimedi naturali per farlo.
Come cultrice del tè, non posso esimermi dal redarre questo articolo. Il tè verde, infatti, è uno dei rimedi più efficaci per contrastare gli stati influenzali e i malesseri legati all’assenza di adeguate difese immunitarie. Il tè verde contiene, infatti, la epigallocatechine gallate: una componente polifenolica che favorisce l’azione del sistema immunitario. Queste componenti sembrano stimolare l’azione del sistema immunitario, rafforzandolo. Il tè verde è così ricco di antiossidanti, utili per alleviare i sintomi da congestione.
Molti conosceranno questa bevanda ma, al di là delle suggestioni che essa rievoca, cos’è il tè verde?
Il té verde, bevanda di antica tradizione e attualmente protagonista di numerose ricerche in campo scientifico, si ricava dai germogli delle foglie, dalle foglie giovani e dai germogli della pianta del tè, nota scientificamente come camellia sinensis.
Le sue origini sono antichissime: in Cina si narra che l’imperatore Shen Nung fu il primo bevitore di té verso il 2700 a.C. Nel 1211 d.C. un monaco giapponese scrisse: “Il té è una medicina miracolosa per mantenere la salute, ha lo straordinario potere di prolungare la vita” . Nel XVI secolo, gli esploratori europei dell’Oriente provarono il té dichiarando, poi, di averlo usato per combattere la febbre, il mal di testa, i dolori articolari e il mal di stomaco.
Allora, moltissimo tempo prima delle attuali ricerche scientifiche sulle sue proprietà, il tè era noto per le sue proprietà benefiche ed era utilizzato principalmente come medicina.
Tuttavia è importante sottolineare che con il termine tè si indica esclusivamente il prodotto ricavato dalle foglie della camellia sinensis, la pianta del tè sempre verde. Esistono, infatti, in commercio tisane ed infusi chiamati comunemente tè-tea, ma si tratta di un utilizzo improprio della parola con cui comunemente si indica una bevanda calda. Se volete acquistare il tè per le sue proprietà antiossidanti, è bene sapere questa particolarità del mondo teistico.
Spesso vi sarete chiesti qual è la differenza tra il tè verde, il tè nero e il tè oolong: essa consiste nel tipo di lavorazione della stessa pianta del tè.
-Il tè nero è essiccato e fermentato
-il tè oolong è parzialmente fermentato
-il tè verde viene solamente riscaldato
E così il tè verde, a differenza di quello nero, non subisce alcun processo di fermentazione e di ossidazione, in questo modo non avviene nessuna trasformazione chimica. Le foglie del tè verde sono unicamente sottoposte ad un processo di appassimento tramite l’uso del vapore, che distruggere enzimi e fermenti. Per questo motivo le foglie del tè verde non si presentano di colore scuro, come quelle del tè nero, ma conservano l’originale colore verde della pianta.
Il tè verde, inoltre, presenta un gusto più amaro del tè nero. Questa maggiore amarezza al palato è causata dai tannini che nel tè nero sono legati rilasciandosi così, durante l’infusione, solo in parte. Il tè verde, invece, presenta una maggiore concentrazione di tannini liberi che si rilasciano più facilmente.
Veniamo alle varie tipologie di tè verde.
Il Giappone produce la più alta qualità di tè verde. Il tè verde giapponese, tuttavia, ha un gusto molto particolare, erbaceo, che potrebbe non conciliarsi con i gusti degli occidentali. I più noti, che troverete in commercio, sono: bancha, sencha e matcha.
Il bancha, un tè molto comune e di bassa qualità, è povero in teina (la sostanza analoga della caffeina nel tè) ed è quindi adatto a chi non tollera le sostanza eccitanti o a chi farebbe bene a non assumerne come i bambini e gli anziani. Il sencha è un tè verde di buona qualità dal gusto molto particolare: richiede una speciale preparazione, per evitare l’amarezza che lo contraddistingue, con tempi di infusione brevissimi. Il matcha è il famoso tè verde in polvere utilizzato nella cerimonia giapponese del tè. Noto in Occidente come ingrediente in cucina, il matcha è un tè pregiatissimo ricco di sostanze benefiche e riparative. Anche per questo tè è richiesta una preparazione particolare poiché, essendo in polvere, non viene infuso ma sbattuto: per un’ottima degustazione, sarebbe ideale fornirsi del set da tè per il matcha composto principalmente da una tazza molto larga e un frustino per “sbattere” il tè formando la famosa “schiuma di giada”.
Più in generale, per preparare un tè verde giapponese è importante utilizzare acqua ad una temperatura bassa, che si aggira intorno ai 60-70 gradi, per evitare che le delicate foglie si brucino.
Oltre al Giappone, anche la Cina produce tè verde. Probabilmente il tè verde cinese si avvicina maggiormente ai gusti degli occidentali presentando note più dolci e conosciute. Tra questi ci sono i famosi gunpowder, il tè al gelsomino-jasmin pearl-, il LongJing.
Il gunpowder è un tè verde che si presenta in piccole palline (da qui il nome “polvere da sparo”).
Il tè al gelsomino si presenta in forma di palline lavorate a mano che, durante l’infusione, si schiudono sprigionando l’odore del gelsomino. A differenza di quello che potete pensare, l’originale tè la gelsomino cinese difficilmente presenta i gelsomini, ma profuma di questi odorosissimi fiori, dopo che le foglie di tè sono state adagiate per lungo tempo accanto ad essi.
Infine il Longjing, un tè verde cinese dalle note dolci: si presenta con foglie schiacciate con riflessi dorati ed è famoso perché facilita la concentrazione.
Ora non resta che scegliere la tipologia che più si adatta ai vostri gusti e diventare compagni inseparabili della vostra tazza di tè in tutto questo inverno innevato.