Si sta avvicinando il giorno più corto dell’anno: diversamente da quanto si crede, quel giorno non è il giorno di Santa Lucia, così come da credenza popolare, bensì il giorno del solstizio d inverno. Come mai allora i detti popolari collegano il giorno di Santa Lucia al giorno più corto dell’anno?
Come molti detti popolari, anche questo ha radici piuttosto antiche. Esso risale infatti a prima del 1582 quando tra il calendario civile e quello solare vi era una sfasatura tale da far si che il solstizio d’inverno cadesse proprio nella notte tra il 12 e il13 dicembre, sovrapponendosi appunto al giorno di Santa Lucia.
Dicevamo appunto che è il giorno più corto dell’anno, con la fine dell’estate le giornate si fanno più corte, il sole tramonta prima, le temperature scendono e le giornate soleggiate diminuiscono, iniziano le piogge, il vento e il freddo.
Nell’aria si sente il profumo delle caldarroste, gli alberi si tingono dei colori autunnali e le foglie iniziano a cadere. Il paesaggio cambia e così cambia anche l’inclinazione dell’asse terrestre.
Arriva l’autunno che sarà poi seguito dall’inverno.
Nel corso dell’anno solare vi sono due solstizi, uno invernale e uno estivo, che segnano rispettivamente: il momento in cui il sole raggiunge la sua declinazione minima, rendendo quindi tale giorno il più corto dell’anno, e la sua declinazione massima, il giorno più lungo dell’anno.
Nel 2018 il solstizio sarà il 21 dicembre e non è il giorno che segna la stagione invernale, ma il giorno con meno ore di luce dell’anno, e viene spesso chiamato dagli anglofoni “midwinter”, cioè metà inverno.
Il solstizio d’inverno non è però una giornata, ma cade a un orario ben preciso, quest’anno per la precisione cadrà il 21 dicembre alle ore 23:23.
Alle ore 23:23 del 21 dicembre 2018 il sole raggiungerà il punto di declinazione minima nel suo moto apparente lungo l’eclittica, rendendo così questo giorno il più corto dell’anno e marcando cosi l’inizio dell’inverno boreale e dell’estate australe.
Specificare la data e l’ora precisa è importante perché il solstizio d’inverno, così come quello d’estate, non cade sempre nello stesso giorno, ma oscilla tra il 21e il 22 dicembre, raramente può cadere il 20 o il 23.
Il solstizio ritarda ogni anno di più o meno 6 ore rispetto a quello precedente e viene poi riallineato forzosamente ogni 4 anni con l’anno bisestile. Questo fu introdotto proprio per evitare che progressivamente le stagioni divergessero, dato che il Calendario Gregoriano è di 365 giorni mentre quello siderale, cioè il tempo che la terra impiega per completare la sua orbita attorno al sole è di 365 giorni e 6 ore, 9 minuti e 9,54 secondi.
Dal giorno del solstizio d’inverno in poi le giornate inizieranno allungarsi raggiungendo il picco massimo nel momento del solstizio d’estate, che segna appunto il giorno più lungo dell’anno.
Il solstizio d’ inverno, cosi come quello d’estate, erano momenti molto sentiti dalle civiltà antiche che festeggiavano il passaggio dalle tenebre alla luce.
Gli antichi romani celebravano i saturnali nel giorno del solstizio d’inverno.
Durante questi festeggiamenti venivano scambiati dei doni e le classi sociali erano invertite facendo così in modo che gli schiavi prendessero il posto dei padroni.
I celti invece, lo chiamavano Yule, antica festività che potrebbe essere considerata l’antenato pagano del Natale cristiano, poiché essi festeggiavano banchettando sotto a un pino.
Molte religioni neopagane portano avanti la tradizione celtica festeggiando Yule il giorno del solstizio d’inverno invece che festeggiare il Natale il 25 dicembre e celebrano il passaggio dalle tenebre verso la luce cosi come facevano le civiltà antiche.
In Inghilterra alcune antiche tradizioni vengono tutt’ora portate avanti, nel sito di Stonehenge nel Sud del Paese. Si pensa che sia stato costruito dai druidi, antica classe sacerdotale celtica, ciò porta molte persone a riunirsi per ammirare il tramonto nel giorno del solstizio e a celebrare il ritorno verso la luce, così come si pensa facessero i celti.
In Cina i festeggiamenti del solstizio d’inverno risalgono alle prime dinastie, e sono affini a quelle del nostro giorno dei morti. In Cina infatti in questa giornata il punto focale é la commemorazione degli antenati, con festeggiamenti e piatti tipici.
Il solstizio d’inverno, così come quello estivo, è ritenuto essere un momento molto forte a livello energetico e ogni cultura lo celebra in modo diverso, come abbiamo visto anche il nostro Natale, è in qualche modo legato ad esso.
Anche per i meno spirituali è sicuramente un giorno molto significativo poiché da quel momento in poi le giornate ricominciano ad allungarsi e pian piano si inizia a uscire dal freddo dell’inverno e a incamminarsi verso la primavera.
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