L’argomento energia solare viene spesso associato a quei grandi e ingombranti pannelli sui tetti, posizionati lì per produrre energia elettrica. Ma il loro futuro sarà di fattura totalmente diversa: grazie ad uno spray fotovoltaico, qualsiasi cosa potrà essere trasformata in produttrice di energia.
L’utilizzo del sole come fonte di energia non è recente ma risale a circa 150 anni fa. All’epoca, scienziati francesi, inglesi e indiani svilupparono dei dispositivi utilizzando degli specchi per concentrare i raggi solari e riscaldare l’acqua e produrre vapore. Questo sistema venne battezzato con il nome di “solare termico”.
Esso era considerato efficace nei climi tropicali, come in Algeria e in India, paesi che utilizzavano molto carbone per produrre energia. Successivamente, con il crollo del prezzo del carbone verso la fine del 19° secolo, il solare termico non venne più sviluppato e successivamente utilizzato.
Tornando ai tempi odierni, la Cina attualmente è l’unica in grado di produrre pannelli di alta qualità a costi ridotti, a differenza di quanto accade in Europa e negli Stati Uniti. Inoltre, alcuni paesi offrono degli incentivi o tariffe basse per l’installazione di pannelli fotovoltaici, rendendoli di fatto accessibili ad un numero crescente di famiglie.
La tecnologia dei pannelli spray potrebbe rappresentare un passo rivoluzionario che cambierebbe radicalmente la produzione energetica mondiale. Sono costituiti da un organometal chiamato perovskite, il cui componente principale è il titanato di calcio. Oltre ad essere in grado di sfruttare l’energia ad ampio raggio, il pannello spray è anche più conveniente in termini economici.
Ma il vantaggio più grande è la sua applicazione senza limiti. In pratica, può essere applicato su qualsiasi superficie o forma. Un esempio: spruzzato su di uno smartphone e messo sotto il sole, sarebbe in grado di ricaricare la batteria. Ma c’è di più: chiunque potrebbe crearsi la propria centrale elettrica. Uno smacco per i pochi monopolisti, ma anche un modo per salvaguardare l’ambiente.
Parliamo comunque di una tecnologia ancora in fase di sviluppo, ma molto promettente. In vari test di laboratorio, l’efficienza raggiunta è stata dell’11%. Un risultato straordinario per un semplice dispositivo di prova.