L’interesse globale per il cambiamento climatico ed i suoi effetti sull’ambiente e sulla società in generale ha probabilmente raggiunto l’apice. A parte gli Stati Uniti, i paesi di tutto il mondo stanno sempre più riconoscendo l’importanza del passaggio da un’economia basata sui combustibili fossili ad una sostenibile.
L’area maggiormente interessata a questo necessario cambiamento è quella dei trasporti. Negli Stati Uniti, oltre il 90% di questo settore dipende dai carburanti, con il trasporto stradale di passeggeri a farla da padrone. La Cina li utilizza maggiormente per il trasporto di merci su strada, mentre Australia e Nuova Zelanda per l’aviazione.
I combustibili non liquidi che includono elettricità e gas naturale diventeranno sempre più importanti nei prossimi decenni. Tutto ciò è guidato dalle preoccupazioni sull’inquinamento atmosferico, le normative governative, gli atteggiamenti sociali e i rapidi progressi tecnologici. Anche l’attuale modello di trasporto su strada sta diventando più problematico: le auto private alimentate a benzina e diesel contribuiscono all’inquinamento, alla congestione del traffico e al rumore.
Un numero crescente di paesi, tra cui Austria, Danimarca, Giappone, Corea, Paesi Bassi, Spagna e Portogallo, ha stabilito obiettivi per le vendite di veicoli elettrici. Il Regno Unito e la Francia vogliono che tutte le nuove auto siano elettriche e producano zero emissioni entro il 2040.
Secondo un recente rapporto, la domanda globale di petrolio raggiungerà l’apice nel decennio del 2030, principalmente a causa di un aumento di 100 volte delle vendite di veicoli elettrici, che conquisteranno un terzo del mercato automobilistico.
Due paesi stanno aprendo la strada alle auto elettriche e ibride: la Norvegia, dove più della metà delle nuove auto vendute nel 2018 rientrava in queste due categorie, e la Cina, leader nel mondo nella vendita di veicoli elettrici. Nel 2018 sono stati venduti oltre 600.000 veicoli elettrici, il 71% in più rispetto al 2017.