Che le barriere coralline siano importanti lo sanno in tanti, come sono in tanti ad ignorare che circa il 50% di esse sono scomparse negli ultimi decenni, a causa delle temperature dell’oceano diventate via via più calde.
Il pianeta si è avviato in una fase di cambiamenti climatici repentini e catastrofici, che causano sovente danni immani a cose e persone. Molti scienziati sono giunti ad una conclusione che fa riflettere: andando avanti di questo passo, e senza un intervento immediato, le barriere coralline, habitat di oltre il 25% delle specie marine, rischiano di sparire completamente.
Un rapporto stilato dalle Accademie nazionali di scienze, ingegneria e medicina spiega dettagliatamente come intervenire, mettendo in essere oltre due dozzine di strategie, molte delle quali sperimentali, le quali potrebbero rendere i coralli più resistenti agli effetti dei cambiamenti climatici.
Delocalizzazione, manipolazione genetica, uso di antibiotici e di acqua salata nell’atmosfera per ombreggiare e rinfrescare le barriere coralline: eccone alcune contenute nel rapporto.
Però, il fulcro su cui ruota il rapporto è la protezione dallo sbiancamento dei coralli, ossia la perdita delle loro alghe che le porta a diventare bianche. Senza un intervento repentino, i coralli possono morire. Il più recente evento di sbiancamento, durato da giugno 2014 a maggio 2017, è stato il più lungo, il più diffuso e probabilmente il più dannoso mai registrato. Tra le barriere più colpite c’è stata la Great Barrier Reef in Australia, con la perdita del 29% dei coralli in acque poco profonde.
Gli scienziati stanno premendo affinché le emissioni di gas serra nell’aria vengano notevolmente ridotte, visto e considerato quanto sia grande la loro influenza negativa sul clima mondiale. Il gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici, principale consorzio delle Nazioni Unite che studiano i cambiamenti climatici causati dall’uomo, ha pubblicato un terribile rapporto che ha rivelato che le barriere potrebbero diminuire del 70-90% se il pianeta si riscalda di 1,5 gradi Celsius. Insomma, una situazione molto più grave di quanto si pensasse.