oliveQuando si tratta di guadagno anteposto ad ogni regola di correttezza verso il consumatore, l’Italia mostra come sempre i suoi limiti. Nonostante quanto accaduto nel 2016, quando la Polizia sequestrò circa 85.000 tonnellate di olive verdi trattate con solfato di rame per ravvivarne il coloro, la lezione evidentemente non è stata abbastanza esaustiva.
Senza scrupoli e senza rispetto verso la salute umana, queste persone accusate di frode alimentare utilizzavano non solo il solfato di rame, ma anche altre additivi vietati e pericolosi, in modo da vendere prodotti sì commestibili. Insomma, non bastava la onnipresente “truffa” dell’olio di oliva prodotto all’estero e spacciato per “Made in Italy”.
Come avviene la frode? Le olive vecchie appartenenti ai raccolti precedenti vengono “rivitalizzate” utilizzando il solfato di rame. In questo modo, torneranno ad avere un colore verde intenso ed uniforme.
Il solfato di rame è una scelta intelligente in quanto, normalmente, non viene classificato come colorante, quindi le autorità preposto al controllo degli alimenti di solito non lo testano. Sono ormai diversi anni che il nostro Paese ha intrapreso una lotta serrata contro la contraffazione dei prodotti culinari tipici. Recentemente, la Polizia ha stimato che il mercato nazionale dei prodotti alimentari falsi ha un valore di 1 miliardo di euro circa all’anno.
Le indagini della Polizia si sono concentrate maggiormente in Puglia, dove 3 anni fa vennero sequestrati circa 7.000 tonnellate di olio di oliva spacciato per “extra vergine” italiano. Le olive, invece, provenivano da Siria e Turchia.
L’utilizzo di solfato di rame per contraffare le vecchie olive cosa causa al corpo umano? Secondo ricerche recenti, nausea, vomito, dolore addominale e, in alcuni casi, decesso.