La street art è una lingua internazionale mediante la quale sono stati conosciuti problemi sociali di natura mondiale. Cozumel, isola messicana del Mar dei Caraibi, è l’ultimo esempio: è stata da poco coperta da una serie di murales che affrontano le questioni ambientali che colpiscono direttamente l’isola.
Per la seconda volta, il progetto Sea Walls: Artists for the Ocean ha invitato 22 artisti messicani e internazionali ad esprimere le loro maggiori preoccupazioni legate alla crisi climatica su un muro a Cozumel. Il risultato è stato una serie di sei opere d’arte di strada che affrontano lo sbiancamento delle barriere coralline, l’inquinamento, la pesca irresponsabile, gli effetti del turismo di massa, la cura delle specie marine che popolano l’area e le alte temperature, conseguenza diretta del riscaldamento globale.
Tra gli artisti coinvolti c’erano i messicani Verónica Ochoa, Adriana Delfín, Mario Martínez, Luis Peraza, Rafael Sandoval, Senkoe, Fabricio Cahuich e Teiki. I creativi internazionali che hanno partecipato erano Sonny dal Sud Africa, Ness Lee dal Canada, Kelly Spencer, Cinzah, Gina Kiel e Cracked Ink dalla Nuova Zelanda, Ester González del Prado dalla Spagna, George Rose dall’Australia e Jet Martínez e Beau Stanton dagli Stati Uniti.
Sea Walls: Artist for the Ocean è un progetto di PangeaSeed, un’organizzazione ambientale che collabora con artisti e scienziati per sensibilizzare ed educare le comunità sull’urgenza di conservare gli oceani e le specie marine in pericolo di estinzione. Dal 2014, anno di inizio del progetto, 300 artisti hanno volontariamente dipinto più di 350 murales in 15 paesi. E l’oceano è sempre stato il tema centrale.
Lo scopo di riempire le strade di Cozumel con l’arte di strada è usare l’immagine come uno strumento di dialogo internazionale che non ha bisogno di parole per spiegare le questioni globali e locali che stanno colpendo gli oceani. I murales cercano di scuotere le coscienze di cittadini e turisti che li osservano mentre camminano attraverso la regione.