Nonostante le feroci critiche ricevute da vari attivisti ambientali, la prima centrale nucleare galleggiante al mondo ha iniziato a fornire energia elettrica in un angolo remoto della Russia. Ad annunciarlo è stato la compagnia di nucleare statale Rosatom.
A settembre, l’Akademik Lomonosov è arrivata a Pevek, la città più settentrionale della Russia, tre settimane dopo un viaggio di 5.000 chilometri attraverso le acque artiche. Greenpeace ha espresso molta preoccupazione per la sicurezza della centrale nucleare russa, definendola una sorta di “Chernobyl sul ghiaccio” e un “Titanic nucleare”.
Rosatom ha così commentato l’evento: “Questo giorno è diventato simbolico per i residenti della città di Pevek poiché la centrale nucleare galleggiante ha illuminato l’albero di Capodanno della città”. Andrei Popov, capo della divisione energetica di Rosatom Rosenergoatom, ha dichiarato: “Il prossimo passo della centrale nucleare Akademik Lomonosov è entrare in esercizio commerciale nel 2020”.
L’Akademik Lomonosov diventa l’undicesima centrale nucleare della Russia ed è la terza al mondo ad essere situata a nord del circolo polare artico. I suoi due reattori da 35 megawatt sono destinati a sostituire, con tutta probabilità, l’obsoleta centrale nucleare del distretto autonomo di Chukotka e una centrale a carbone. Secondo fonti ufficiali, la vecchia centrale nucleare ha già spento il primo dei suoi quattro reattori.
L’Akademik Lomonosov è destinata a fornire energia alle 100.000 persone circa della città di Pevek. I costi di costruzione dell’impianto galleggiante non sono stati resi noti, sebbene i media abbiano dichiarato che il costo totale si aggira intorno 450 milioni di dollari. Rosatom ha dichiarato che, attualmente, sta lavorando a una seconda centrale nucleare galleggiante con due reattori da 50 megawatt.