Un social network come Instagram ha il potere di far diventare famosa una strada, un hotel o intera città. Dall’anonimato all’iper-turismo il passo diventa breve.
Incastonato tra le montagne austriache di di Salzkammergut nel distretto di Gmunden, il villaggio alpino di Hallstatt, grazie agli edifici circondati da montagne innevate e lambite dall’acqua cristallina, sembra totalmente uscito da un libro di fiabe.
Protetto dall’UNESCO, il villaggio conta soltanto 780 abitanti, ma il turismo eccessivo porta più di 10.000 visitatori al giorno, attirati non solo dal panorama da “selfie”, ma soprattutto perché numerose voci affermano che Arendelle, immaginaria ambientazione del film “Frozen”, sia ispirata propria ad Hallstatt.
Hallstatt venne costruito intorno all’industria mineraria del sale; raggiunse la notorietà all’inizio del XIX secolo, quando venne “scoperto” da scrittori e artisti romantici, colpiti dalla bellezza dell’architettura barocca. Oggi, il villaggio sta cercando di capire come poter gestire questo enorme afflusso di visitatori.
Dopo l’uscita di Frozen nel 2013, il turismo ad Hallstatt è cresciuto a dismisura. Nel 2017, i residenti dovettero assumere dei buttafuori nelle chiese per impedire ai turisti di disturbare i fedeli.
Alexander Schuetz, prima favorevole all’iper-turismo, soprattutto perché era indispensabile per l’economia del villaggio, adesso sembra aver cambiato idea. A novembre 2019, un incendio distrusse alcuni edifici sul lungomare. Il sindaco invitò i turisti a non visitare Hallstatt almeno fino a quando non venissero riparati. Invito andato a vuoto: i visitatori arrivarono ugualmente per vedere i danni causati dall’incendio. Da questo episodio, il sindaco ha dichiarato di voler ridurre il numero di turisti di almeno un terzo.
“Il turismo è qualcosa di molto controverso”, ha affermato Schuetz. “Se è una benedizione dal punto di vista economico, è invece una maledizione per chi ci vive. Alla fine, privacy e comfort sono due concetti che spariscono”.