La Romania è sede della più grande fascia europea di foreste antiche e incontaminate. Purtroppo, la mano criminale dell’uomo sta distruggendo questo importantissimo ecosistema, considerato “l’Amazzonia d’Europa”.
Nei 7 milioni di ettari di copertura forestale vive la più grande popolazione di orsi bruni del continente, oltre che lupo e linci. Minacciata dal disboscamento illegale, questa regione selvaggia e largamente incontaminata è impantanata in una battaglia che coinvolge violenza e corruzione.
Di recente, due guardie forestali sono state assassinate: Liviu Pop, 30 anni, ucciso due settimane fa mentre indagava sul disboscamento illegale e Maramures, e Raducu Gorcioaia, 50 anni, picchiato a morte nel distretto forestale di Pascani.
I due omicidi hanno però svegliato l’opinione pubblica. La scorsa settimana, 4.000 persone hanno manifestato per le strade di Bucarest al grido “Ladri! Ladri”. Alcuni avevano in mano cartelli su cui c’era scritto “Stop alla mafia del legno!”.
La polizia sta ancora indagando sui due omicidi. Quello di Gorcioaia ha portato all’arresto di un uomo di 50 anni e due adolescenti, mentre quello di Pop non ha prodotto nulla di concreto, ma si attendono i risultati della macchina della verità utilizzati su alcuni sospetti.
Le associazioni ambientaliste dietro la protesta hanno chiesto al governo rumeno di aumentare le misure di vigilanza e le pene per proteggere le foreste e porre fine alle violenze. Cirprian Galusca, coordinatore di Greenpeace della campagna forestale della Romania, ha dichiarato: “Sono circa 140.000 gli ettari di foreste vergini incontaminate persi nell’ultimo anno. Purtroppo, la violenza è destinata a continuare”.
Gli attivisti hanno chiesto al governo di utilizzare nuovamente il sistema di tracciamento satellitare sulle foreste scomparse. Questa tecnologia è in grado di rilevare gli abbattimenti illegali, la perdita di copertura forestale, oltre a tracciare i trasporti di legname e a dare l’allarme alle autorità.