La Francia vieterà la castrazione dei suini vivi e la triturazione dei pulcini alla fine del 2021

La castrazione dei suini consente di ottenere animali più grassi, evitando al contempo il cattivo odore dei verri che il grasso di alcuni maschi può rilasciare durante la cottura. Adesso, per milioni di pulcini maschi uccisi ogni anno, asfissiati o schiacciati e per i maiali castrati vivi, l’agonia è quasi finita.

Didier Guillaume, ministro dell’Agricoltura francese, si è impegnato a vietare entro la fine del 2021 queste pratiche orribili, le quali soddisfano specifici vincoli dell’agricoltura industriale, soprattutto per motivi economici e di gusto.

Per quanto riguarda i pulcini maschi, che vengono macinati durante la posa degli allevamenti di galline perché non è redditizio dar loro da mangiare, l’obiettivo del ministro è di costringere le aziende e la ricerca a fermare tale pratica entro la fine del 2021 e trovare altre modalità. La Svizzera ha già applicato questo divieto dal 1° gennaio. La modalità di macellazione con CO2 rimane lecita.

“Contemporaneamente, alla fine del 2021 non ci sarà più la castrazione dei piccoli suini”, ha affermato il ministro. “Pubblicheremo testi normativi nelle prossime settimane che introdurranno gradualmente il divieto di pratiche così dolorose per gli animali d’allevamento, con esperti che gestiranno il dolore durante le castrazioni dei suini”.

Secondo le associazioni animaliste, tutto questo è insufficiente. In un comunicato stampa del CIWF (Associazione per la protezione degli animali), si legge che “Il vero annuncio sarebbe quello di fissare una scadenza per fermare la castrazione e consentire solo alternative, con eccezioni per alcune produzioni. La gestione del dolore è una soluzione buonista”.

Da parte sua, l’associazione L214, contraria a qualsiasi forma di allevamento e al consumo di carne, ritien che le misure annunciate “non sono ambiziose” e “che non c’è nulla sulle condizioni per la macellazione degli animali, né sul piano di uscita dall’agricoltura intensiva”.

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