I genitori di Lorenzo Seminatore, il ragazzo morto a 20 anni di anoressia circa due settimane fa, hanno deciso di raccontare la storia del figlio affinché non venga dimenticata e per aiutare le famiglie che vivono lo stesso dramma.
Lo scorso 3 febbraio un ragazzo di soli 20 anni è morto nella sua abitazione di Torino dopo essersi messo a letto a dormire. Lorenzo Seminatore, da anni affetto dall’anoressia, aveva lottato con tutto sè stesso per sconfiggere la malattia che purtroppo ha avuto il sopravvento strappandolo all’affetto dei suoi genitori. Quest’ultimi, nonostante il dolore immenso per la perdita del figlio, hanno deciso di raccontare quanto accaduto a Lorenzo in modo da non far dimenticare la sua storia e cercare di aiutare le famiglie che vivono lo stesso dramma.
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Ragazzo muore a 20 anni per anoressia, i genitori: “Abbiamo fatto di tutto per aiutarlo, ma non è stato abbastanza“
Francesca e Fabio, madre e padre di Lorenzo Seminatore, il ragazzo deceduto dopo aver lottato per anni contro l’anoressia, hanno deciso di raccontare la storia del figlio in modo che non finisca dimenticata.
Il ragazzo 20enne, riporta la redazione de Il Corriere della Sera, che soffriva da sei anni di anoressia, è deceduto lo scorso 3 febbraio nella sua casa di Torino dopo essersi addormentato in camera. “Abbiamo fatto di tutto per aiutarlo, ma non è stato abbastanza“, affermano i genitori che hanno deciso di raccontare la storia di Lorenzo perché “ci sono altre famiglie che stanno vivendo il nostro calvario. E -riporta Il Corriere delle Sera– sappiamo quanto ci si senta soli. Vogliamo scuotere la coscienza delle istituzioni, perché è inaccettabile che in un Paese come l’Italia non ci siano strutture pubbliche in grado di accogliere e curare ragazzi come nostro figlio. Negli ospedali si limitano a parcheggiarti in un reparto e a somministrare flebo per integrare il potassio. Poi ti rimandano a casa, fino al prossimo ricovero“.
La coppia poi ha raccontato il calvario di Lorenzo, il più grande di quattro fratelli, iniziato quando il giovane aveva 14 anni: “Ha cominciato a mangiare sempre meno. È stato il campanello d’allarme. Dimagriva, non stava bene”. “Eravamo spaventati -racconta la mamma, come riporta Il Corriere della Sera-. A 16 anni abbiamo deciso di ricoverarlo privatamente in un centro terapeutico a Brusson, in Val d’Aosta. Lì sembrava essere rinato. Il preside dell’istituto Majorana di Moncalieri, Gianni Oliva, e gli insegnanti ci sono stati di grande aiuto. Quando è uscito dalla clinica, era di nuovo il nostro Lorenzo: ingrassato di venti chili, felice. Ha ripreso a uscire con gli amici“. Dopo essersi iscritto a Filosofia prima e Scienze della Comunicazione in seguito, decide di lasciare l’università e di dedicarsi alla musica trap, scrivendo canzoni che ha poi lanciato su Youtube e Spotify con lo pseudonimo di Once the Killer.
Poi dopo essere diventato maggiorenne il crollo: “A quel punto -raccontano i genitori al Corriere della Sera– Lorenzo poteva decidere per sé e noi siamo diventati impotenti. Non sapevamo più cosa fare. Si mostrava collaborativo con i medici, ma continuava a non curarsi. Quando veniva ricoverato, firmava per essere dimesso: era maggiorenne e libero di decidere. La depressione giovanile è in aumento, come l’anoressia tra i ragazzi. E in Italia non ci sono strutture pubbliche adeguate. Quando è stato ricoverato in ospedale, lo scorso maggio, Lorenzo passava le sue giornate a fissare il muro. Questi ragazzi – proseguono i due coniugi- devono essere curati e non tutti possono permettersi centri privati. Le istituzioni devono muoversi: prima con la prevenzione nelle scuole e poi investendo nella sanità. Mancano anche i percorsi di sostegno alle famiglie“.
Nonostante il dolore per la perdita, Francesca e Fabio hanno deciso di condividere il loro racconto e aiutare le famiglie che vivono lo stesso dramma. “Ho visto morire mio figlio lentamente. Non voglio che succeda ad altre madri. Stiamo studiando -spiega Francesca, come riporta Il Corriere della Sera– un progetto che coinvolga privati e istituzioni e che sia di sostegno a questi ragazzi. Lorenzo aveva un grande cuore, voleva sempre aiutare gli altri. Adesso lo faremo noi per lui“.
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