Un uomo di 52 anni, padre di tre figli e separato da tempo dalla moglie, è morto suicida nella provincia di Milano impiccandosi ad una trave.
Una drammatica vicenda arriva dalla provincia di Milano, dove un uomo di 52 anni si è tolto la vita impiccandosi ad una trave della casa dove abitava. L’uomo, che lavorava per una cooperativa che si occupa del trasporto di disabili, si è suicidato nella notte tra venerdì 7 e sabato 8 febbraio. Il 52enne, originario del Marocco, ma da anni in Italia, era padre di tre figli, due dei quali minorenni, e si era separato dalla moglie. Secondo quanto emerso dagli accertamenti dei carabinieri, riporta la redazione de Il Giorno, l’accaduto avrebbe sullo sfondo una “depressione conseguente alla separazione“.
Un uomo di 52 anni, originario del Marocco, ma da anni in Italia, si è suicidato nella provincia di Milano impiccandosi ad una trave della sua casa. L’uomo lavorava in una cooperativa che si occupa del trasporto delle persone affette da disabilità. Separato da mesi dalla moglie, pare che non riuscisse più a mantenere i tre figli, due dei quali minorenni. La drammatica vicenda, come riporta Il Giorno, potrebbe avere sullo sfondo una “depressione conseguente alla separazione”, circostanza emersa dai primi rilievi dei carabinieri che si sono occupati dell’accaduto.
Ernesto Emanuele, presidente dell’Associazione Papà Separati Milano, ha parlato della tragedia spiegando: “Un mese fa -riporta Il Giorno– si era rivolto alla nostra associazione per chiedere consigli e aiuto perché la moglie lo aveva denunciato per non aver contribuito al mantenimento suo e dei figli. Il modesto stipendio gli bastava per pagare solo l’affitto e poco più. Chiediamo alla politica quanto tempo dobbiamo ancora aspettare per avere una legge che tenga conto della realtà che vivono in tanti, troppi, padri alienati”.
Anche un’amica del 52enne, che oltre al lavoro che svolgeva presso la cooperativa scriveva poesie, ha confermato le difficoltà dell’uomo. “Il fatto – riporta Il Giorno– di non riuscire a pagare gli alimenti per i figli e di non poter contribuire alle spese lo faceva sentire senza dignità“. “Scriveva delle poesie bellissime – prosegue la donna- e aveva vinto anche premi e ci farebbe piacere raccoglierle in un saggio. Troppo spesso i padri separati vengono lasciati soli, soprattutto quando non hanno una rete di supporto“.
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