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Cronaca

Ylenia Carrisi morte | le cose che nessuno ha mai detto di lei

Vicenda Ylenia Carrisi morte: la primogenita di Al Bano e Romina è sparita da fine 1993. Da allora non si sa più nulla di lei, quante congetture.

Ylenia Carrisi morte ed altri aneddoti della sua vita FOTO yeslife

Le speculazioni in merito alla morte di Ylenia Carrisi ritrovata sono state diverse, nel corso degli anni. La primogenita figlia di Al Bano e Romina Power scomparve senza lasciare traccia il 31 dicembre 1993. Si trovava in un albergo di New Orleans, negli Stati Uniti, e con lei c’era il controverso musicista Aleksander Masakela. Un individuo che poi pare abbia avuto diversi problemi con la giustizia negli anni a seguire, fra precedenti per droga, violenza ed abusi. Fatto sta che da quel momento, dell’allora 24enne ragazza italiana non se ne è saputo più nulla. L’unico altro avvistamento risale ai primi giorni del 1994, poi più niente. E questo ha portato la famiglia Carrisi a presentare un certificato di morte ufficiale nel gennaio 2013. Cosa che non aveva riscontrato l’approvazione di Romina, la quale continua a sperare di poter riabbracciare la sua Ylenia Carrisi oggi. E come lei la pensano anche gli altri figli dei due cantanti. Le dediche si susseguono periodicamente sui loro canali social personali. Ma Al Bano è più realista e ritiene che la ragazza sia morta. “Ci rincontreremo un giorno in paradiso”, ha dichiarato lui in passato.

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Ylenia Carrisi morte: lei da giovane tentò di sfondare nel mondo dello spettacolo

In merito alla ragazza conosciamo principalmente questo. Lei è nata a Roma il 29 novembre 1970. Ha vissuto una infanzia felice ed entra anche a far parte del mondo dello spettacolo. Nel 1989 eccola infatti come valletta della primissima edizione italiana de ‘La Ruota della Fortuna’ con Mike Bongiorno. A soli 13 anni, nel 1983, aveva già recitato una piccola parte in ‘Champagne in Paradiso’ accanto ai genitori. E 17enne cantò nel brano ‘Abbi Fede’ con mamma Romina. Gli studi furono svolti all’estero, con Ylenia che in particolare frequentava il King’s College di Londra. Fu lì che maturò il proposito di girare per il mondo. Sua tappa iniziale fu il Belize, stato centroamericano che si affaccia sul Mar dei Caraibi. Questa tappa non fu scelta a caso: Ylenia aveva appreso che molti artisti di strada si spostavano proprio da lì agli Stati Uniti. Visitò lo stato caraibico con l’intenzione di scrivere un libro. Di recente Romina ha svelato in un post sul suo profilo Instagram che a Ylenia mancava un esame per completare i suoi studi. “Ma già ti avevano offerto un lavoro come insegnante di Letteratura Spagnola al King’s College”.

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Quando lasciò tutto per girare il mondo: il personaggio di Masekela

Nonostante un ottimo profitto, Ylenia non concluse i suoi studi. Troppo forte era il suo desiderio di viaggiare per il mondo. Dopo il Belize arrivò a fine 1993 a New Orleans, città che aveva già conosciuto in un precedente viaggio nel corso dell’estate di quello stesso anno. Fu proprio lì che Ylenia conobbe Masakela, un uomo che ad Al Bano e Romina non è mai piaciuto. E che non a caso era risultato il principale sospettato della sua sparizione. La giovane telefonò dal LeDale Hotel ai genitori giusto quel fatale 31 dicembre 1993, di sera. A qualche ora dal Capodanno. Si parla di una conversazione normale, che aveva fatto seguito ad un’altra telefonata avuta il giorno prima e nella quale sembra ci fosse stato un diverbio tra Al Bano e la figlia, con lui contrariato del fatto di saperla a New Orleans. La Carrisi e Masakela alloggiavano nella stessa stanza ma l’uomo ha sempre sostenuto che avessero due letti separati. E che lei rifiutò delle sue avances. La giovane sembrava come in trance per lui e pare lo ritenesse la sua guida spirituale.

La proprietaria dell’albergo: “Uscì senza niente con sé”

L’ultimo avvistamento della ragazza è del 6 gennaio 1994 e fu Cindee Dale, la proprietaria dell’albergo, a sostenere di avere visto Ylenia. Dichiarò alle autorità di averla notata senza niente con sé. Uscì intorno a mezzoggiorno e non tornò a mai più a riprendere zaino, macchina fotografica, passaporto e tutti gli effetti personali che aveva portato nel suo viaggio. Invece Masakela rimase in quell’hotel fino al 14 gennaio. Solo allora le forze dell’ordine vennero allertate. Il 31 gennaio Masakela venne arrestato per via di una denuncia per violenza carnale presentata da una sua ex fidanzata, ma ci fu il rilascio già a metà febbraio 1994 per mancanza di prove. C’è anche la testimonianza di Albert Cordova, guardiano notturno dell’Audubon Aquarium of the Americas. L’uomo sostenne di avere visto una giovane bionda buttarsi nel fiume Mississippi alle 23:30 del 6 gennaio 1994.

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Il custode notturno: “La vidi mentre si lanciò nel Mississippi”

Ci sono tanti aspetti relativi ad Ylenia Carrisi, alla morte presunta e ad altre congetture. La sua pagina Wikipedia riporta: “Era seduta sulla banchina di legno con le gambe penzoloni. Bionda, carina, di età fra i 18 e i 24 anni. Indossava una giacchetta scura e un vestito con dei disegni, forse dei fiori, che le arrivava fin sotto il ginocchio. Aveva un’espressione molto triste, depressa. Guardava il fiume. In quella striscia di parco che corre lungo il fiume è proibito fermarsi di notte: la si può solo attraversare. Così appena l’ho vista da lontano mi sono avvicinato fino a uno, due metri. Tutto è durato non più di 30-60 secondi. Le ho detto: ‘Non puoi stare lì, devi muoverti’. ‘Non importa – mi ha risposto – tanto io appartengo comunque alle acque’ e con un balzo si è tuffata nel Mississippi. Le ho gridato di tornare indietro, ma è come se non volesse sentirmi. Continuava a nuotare sicura verso il centro del fiume, senza paura. Quando ho visto che si allontanava sempre di più sono corso a chiamare un agente della polizia fluviale. Insieme abbiamo continuato a urlare, inutilmente. Poi d’improvviso, forse per un crampo provocato dal freddo, ha cominciato a dibattersi, a chiedere aiuto: è andata giù una prima volta, una seconda. Un barcone di passaggio ha creato una specie di mulinello. La ragazza è andata giù di nuovo, ma questa volta non è riemersa. L’abbiamo cercata per ore, con tre motoscafi della polizia e due elicotteri. Non c’è stato niente da fare”.

Perché Cordova sarebbe da ritenere attendibile

Gli inquirenti sembravano propensi a ritenere che quella ragazza fosse Brooke Susanne Javins, ritrovata però viva. Al custode Cordova – morto nel 2006 – vennero fatte vedere delle foto di Ylenia. Lui si disse allora certo di avere incontrato la figlia di Al Bano e Romina. Ma il corpo di Ylenia non è mai stato ritrovato. E nessuno tra quelli ripescati nel Mississippi corrispondeva alle sue fattezze fisiche. Da quanto risulta, Al Bano sarebbe propenso a credere alla versione di Cordova proprio per via della frase “Io appartengo alle acque”. Parole che Ylenia pronunciava spesso da bambina quando si tuffava. I genitori ad un certo punto hanno fatto dei collegamenti tra quanto successo a Ylenia, la cattiva influenza di Masakela e l’assunzione di droga alla quale lei sarebbe stata iniziata. Di Ylenia Carrisi oggi si parla spesso. La trasmissione ‘Chi l’ha Visto’ ha curato il suo caso nel 2011 e nel 2013, analizzando nel dettaglio la figura di Aleksander Masakela sotto un’ottica negativa. Qui sono stati resi noti gli episodi di violenze e stupri che l’uomo, tossicodipendente ed alcolista, avrebbe commesso in passato.

Un serial killer mitomane: “L’ho uccisa io”, ma era una menzogna

A questo ciò si aggiungono anche le dichiarazioni di Keith Hunter Jesperson, un serial killer conosciuto come ‘Happy Face Killer’. Di nazionalità canadese, l’uomo aveva ucciso diverse giovani ragazze e questo lo portò ad avere tre ergastoli nello stato dell’Oregon. Lui riconobbe Ylenia Carrisi come Suzanne, un nome che sembra la figlia di Al Bano e Romina utilizzasse spesso. Dichiarò di averla uccisa dopo averla rapita mentre faceva l’autostop a Tampa, in Florida. Lì venne anche rinvenuto un corpo di giovane donna in una stazione. I test del Dna però diedero riscontro negativo. Non si trattava di Ylenia. E questa storia dura ormai dal 1994. Oggi Ylenia avrebbe 49 anni. C’è chi dice che si trovi in una clinica in Svizzera, chi in un convento in Arizona, chi ancora con una nuova identità e dei figli in Sud America. Romina soprattutto crede di poter rivedere sua figlia dopo così tanti anni di speculazioni, false piste, invenzioni di mitomani e tanta speranza. Una Ylenia Carrisi ritrovata viva e pronta a ricongiungersi con la sua famiglia sarebbe una notizia incredibile e bellissima. Purtroppo però la sensazione è che non conosceremo mai qual è la verità.

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