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Tassa sulla carne: un aumento a salvaguardia del clima

Secondo un recente studio, una tassa del 25% sulla carne aiuterebbe il clima: gran parte delle emissioni di CO2 proviene dagli allevamenti. Con l’aumento del costo della carne si ridurrebbe la richiesta ed anche il consumo: andrebbe, quindi, ad influire non solo sull’ambiente ma anche sulla salute.

(Getty Images)

Il consumo di eccessive quantità di carne è uno dei molteplici avversari della difesa del clima. Un quarto delle emissioni di CO2, infatti, prodotte in Europa provengono dal settore agricolo e dagli allevamenti. Maggiore sarà la domanda, maggiore sarà l’offerta: queste sono le leggi del mercato. Per scoraggiare il consumo di carne una Ong olandese, avvalendosi di un autorevole studio, ha deciso di proporre l’introduzione di una tassa del 25% sulla carne.

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Aiutare il clima con una tassa sulla carne: la proposta di una Ong olandese

Secondo uno studio del 2016, riporta Lifegate, una scuola svedese aveva già spiegato che la maggior parte dei gas ad effetto serra proveniva da allevamenti e settore agricolo. Una ricerca che sembrava finita nel dimenticatoio, almeno sino ad oggi. L’organizzazione non governativa True animal protein price coalition (Tapp coalition) ha lanciato una proposta. Una tassa del 25% sulla carne che si rifletterebbe, dunque, sul costo finale proposto al consumatore. Voce non rimasta inascoltata tanto che numerose sono state le associazioni ambientaliste che hanno sostenuto la Ong. L’obbiettivo è quello che la tassa venga inserita nel Green New Deal europeo.

Alla base della richiesta, la Tapp Coalition ha presentato uno studio portato avanti dall’istituto Ce Delft. Un’analisi dettagliata secondo cui una tassazione sulla carne del 25% premetterebbe, riporta Lifegate, ai Paesi Europei di guadagnare 32 miliardi di euro l’anno. Ricavato che andrebbe poi investito negli allevamenti per consentire ai proprietari di produrre il succulento bene con minor impatto per l’ambiente.

Ma questo aumento del 25% a quanto corrisponderebbe in euro? Ebbene, secondo lo studio dell’istituto Ce Delft si parla di un aumento di 0,47 € ogni 100 grammi per il manzo, di 0,36 € per il maiale e di 0,17 € per la carne di volatili. Un incremento non da poco che dovrebbe corrispondere ad una diminuzione del consumo del 67%. Ma c’è di più, una misura di tale genere inciderebbe positivamente anche sulla salute dell’uomo medio europeo: secondo Lifegate, infatti, nel Vecchio Continente si consuma il 50% in più della quantità di carne consigliata.

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(Getty Images)

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