Il virologo Roberto Burioni e il collega Nicasio Mancini hanno commentato due recentissime pubblicazioni sul rischio di trasmettere l’infezione da Coronavirus
Il virologo Roberto Burioni e il collega Nicasio Mancini non si nascondono. I due medici hanno infatti reso note le conclusioni di due recentissimi studi pubblicati su ‘Medical Facts‘. Gli esperti, pur annunciando il minore rischio di mortalità da Covid-19 rispetto alla Sars, hanno avvertito di non prendere sotto gamba il virus. Quest’ultimo infatti sarebbe molto più pericoloso del precedente, in quanto molto più soggetti rischierebbero di essere infettati.
Il motivo sarebbe da ricercare nel fatto che il Coronavirus potrebbe essere trasmesso anche in assenza di sintomi oppure presenti ma solo in maniera sfumata. Stando ai due dottori, in questo momento la ricetta migliore per evitare la diffusione dell’epidemia sarebbe l’isolamento rigido sotto stretto controllo medico.
Burioni e Mancini confermano dunque i loro timori, avuti fin dall’inizio di questa emergenza sanitaria. I due difatti sono stati tra i primi della comunità scientifica a seguire con attenzione la diffusione di questo virus, sin da quando si trattava di sole poche decine di casi. Nel momento in cui sono trapelati i primi numeri su caratteristiche cliniche e modalità di trasmissione, i virologi si sono posti il problema di capire se il Coronavirus potesse essere trasmessi anche in assenza di sintomi.
Purtroppo questa loro preoccupazione si è rivelata essere realtà. Lo hanno confermato due comunicazioni pubblicate sul ‘Journal of Infectious Diseases‘ e sul ‘New England Journal of Medicine‘, due riviste scientifiche di primo livello. I due lavori concludono allo stesso modo, pur affrontando questo aspetto da aree ben distanti fra loro, vale a dire la Germania e la Cina.
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Coronavirus, i lavori in Cina e Germania che confermano la trasmissione del virus anche da chi non ha sintomi
In quest’ultimo Paese si descrive un certo numero di contagi a Shanghai. Si focalizza su quattro casi in un nucleo familiare, di cui di queste persone provenienti da Wuhan. La particolarità sta nel fatto che primo ad ammalarsi è stato però il membro della famiglia. Quest’ultimo, a causa di problemi fisici legati all’età, non si era mai mosso né dalla città né da casa nelle settimane precedenti.
La conclusione è stata dunque che ad aver infettato il più debole della famiglia erano stati i due tornati dall’epicentro della malattia, pur non presentando ancora sintomi. La conferma è giunta pochi giorni dopo, visto che anche gli altri hanno presentato sintomi e sono stati anche loro ricoverati in ospedale. Per quanto riguarda il lavoro compiuto in Germania, si è trattato il caso di un rimpatrio di connazionali dalla Cina e successiva quarantena.
Dieci di questi già isolati sul volo per comparsa di sintomi o per contatti con casi accertati. Nessuno questi risultato positivo al Coronavirus. Gli altri 116 sottoposti a scrupolosissime visite mediche, che hanno identificato un altro possibile caso sospetto, anch’egli però risultato negativo al virus. Nonostante questo è stato offerto anche agli altri 115 di effettuare comunque il test. 114 su 115 hanno accettato di farlo, di questi due sono risultati positivi al test diagnostico molecolare.
Conclusione: zero sintomi, visite mediche superate, ma virus presente. Nei due si è poi potuto isolare il virus, ovvero farlo crescere in laboratorio. Ciò conferma che il virus che era nella gola delle due persone, completamente sane, era in grado di infettarne altre. Anche anche in questo caso niente sintomi, ma possibilità di infezione e trasmissione. Ciò che preoccuperebbe di più, naturalmente non per loro, è che nessuno dei due individui ha poi manifestato alcun sintomo, se non un lieve mal di gola in uno dei due.
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