Heather Parisi e il coronavirus: “La mia vita stravolta”
Heather Parisi racconta la sua vita completamente stravolta dall’allarme del Coronavirus che ha sta facendo tremare tutto il mondo. Il terrore dell’epidemia si dilaga sempre di più, e la showgirl americana vive dal 2010 ad Hong Kong insieme al marito Umberto Maria Anzolin e ai suoi due figli piccoli. In questo periodo sta vivendo con il rischio concreto del contagio. “La mia vita si svolge tra il tinello e la cucina di casa. Trascorro il tempo a leggere, a cucinare e ad insegnare ai miei gemelli che fanno home-schooling da quando avevano cinque anni”. Tra l’altro, ha rivelato che in tanti stanno cercando di lavorare da casa per non rischiare di essere contagiati.
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“Gli studenti frequentano le lezioni da casa in remoto, utilizzando il computer e rispettando l’obbligo, quando sono collegati, di vestirsi in maniera appropriata e senza indossare il pigiama” ha inoltre rivelato che i luoghi di passaggio ogni giorno vengono decontaminati.
“Ascensori e scale vengono sterilizzati ogni due ore e tutti si disinfettano le mani prima di entrare in un edificio pubblico. La temperatura oramai viene misurata ovunque. È necessario farlo per accedere a qualsiasi club privato, così come per andare dal parrucchiere o al ristorante. Io la misuro anche a chi viene a trovarmi a casa, benché la mia vita sociale si sia ridotta davvero ai minimi termini. Fino ad oggi non ho ancora respinto nessuno sulla porta di casa e non sono stata respinta da nessuno, ma dovreste vedere la paura e l’imbarazzo negli occhi di ciascuno durante l’attesa del responso della misurazione. Non ci si bacia, non ci si abbraccia e non ci si stringe nemmeno la mano.”
“La prevenzione e l’attenzione ai minimi dettagli è talmente invasiva da entrarti fin dentro agli aspetti più intimi e privati della vita quotidiana. È stato rilevato che il virus può trasmettersi attraverso la nebulizzazione delle acque utilizzate nel pc e ogni condominio ha vietato l’uso a persone esterne. Ho supplicato il direttore del supermercato sotto casa di tenermi un po’ di carta igienica da partee quando l’ho ritirata l’ho divisa con indiani, cinesi e filippini. I prodotti per razionati non si possono acquistare più di due a testa. Mio figlio Dylan ha scoperto dei negozi dove riesce a comprare del disinfettante e ogni volta torna a casa orgoglioso. La felicità ai tempi del coronavirus è anche una bottiglia di disinfettante in più”.
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