La situazione Coronavirus Italia è di massima allerta, in questo momento siamo il paese con la più alta percentuale di crescita al mondo.
Un esperto epidiemologo sollecita le strutture sanitarie del nostro Paese a stare pronte.
Sono 58 al momento le persone infette, 46 in Lombardia, uno di loro, residente a Sesto San Giovanni, è ricoverato al San Raffaele di Milano, altri 11 i casi accertati in in Veneto e 1 a Roma. Mentre le vittime sono al momento 2.
Un esperto virologo sollecita ogni struttura medica a stare pronta, dati i recenti sviluppi della situazione Coronavirus Italia. Si tratta del virologo ed epidemiologo Pierluigi Lopalco, docente di Igiene dell’Università di Pisa. Il luminare parla all’Adnkronos in merito al diffondersi della malattia in Lombardia e Veneto, che ha portato a due vittime. Si tratta comunque di persone anziane, con il sistema immunitario già fortemente debilitato. “Non tocca solo allo Spallanzani ed al Sacco stare all’erta. Tutti gli ospedali d’Italia devono munirsi contro il Coronavirus. La situazione va tenuta sotto stretta osservazione”. Del resto già ad inizio gennaio il Consiglio dei Ministri aveva stabilito per lo stato di emergenza su tutto il territorio nazionale, con anche lo stanziamento di fondi straordinari. Il professor Lopalco prosegue nel suo intervento.
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Coronavirus Italia, “ospedali pronto ed esami del sangue al presunto paziente zero”
“Occorre capire anche se sia avvenuta l’effettiva individuazione del paziente zero. Il malato di Codogno sarebbe entrato in contatto con un altro italiano rientrato quasi un mese fa dalla Cina. Ma quest’ultimo è risultato negativo al test da Coronavirus. Forse il covid-19 su di lui si è indebolito. Esaminarne il sangue potrà dirci però se questa persona possa avere sviluppato degli anticorpi. Altrimenti bisognerà cercare ancora. E c’è un altro problema: gli individuati sono quasi tutti dei casi gravi, che sappiamo essere il 20% del totale. Resta da individuare ben l’80% però. Non dimentichiamo che il paziente di Codongno, con tutti i sintomi da Coronavirus, ha svolto attività sociale e lavorativa entrando in contatto con numerose persone. Qualsiasi misura restrittiva in grado di limitare la circolazione del virus va presa immediatamente. Tutti gli ospedali d’Italia devono prepararsi per fronteggiare questa situazione”.
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