Una donna cinese aggredita a Torino, la psicosi Coronavirus Italia sta degenerando. Lei è da fine anni ’90 nel nostro Paese, atto gravissimo.
Una donna cinese è stata picchiata in strada a Torino. La psicosi Coronavirus in Italia porta anche a questo. Il fattaccio è accaduto nel pomeriggio di giovedì attorno alle ore 17:00, in centro, ed è la seconda volta che succede in pochi giorni. Il primo caso aveva avuto luogo l’11 febbraio scorso, con un branco di giovani bulli che aveva preso a bottigliate un uomo proveniente dalla Cina. Adesso invece fa ancora più specie il fatto che gli aggressori siano un uomo ed una donna di circa 40 anni di età. Una coppia, da quel che risulta. I due, di nazionalità italiana, hanno aggredito la 40enne Hu a calci e pugni dopo averla pesantemente insultata. Lei vive a Torino dal 1997 all’altezza del semaforo di corso Siccardi mentre era rosso. I due aggressori non le hanno lasciato nemmeno il tempo di realizzare cosa stava avvenendo. Alla fine la cinese ha ricevuto una prognosi di 7 giorni con una distrazione cervicale da aggressione. Hu gestisce un bar in città, a Porta Palazzo, da 23 anni. Ed i suoi tre figli sono italiani, tutti nati a Torino.
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Lei si è integrata molto bene e parla un italiano perfetto. La donna, intervistata dal quotidiano ‘La Stampa’, piange e dice con forza che episodi come questo non devono accadere. “Ho voluto sporgere denuncia per impedire che succeda di nuovo. Se non lo faccio, capiterà ancora ad altri miei connazionali”. E Hu racconta questo episodio, manifesto di una eccessiva e per certi versi immotivata psicoso Coronavirus Italia. “Stavo per attraversare la strada quando due italiani mi si avvicinano. Mi urlano “Cinese di m****, coronavirus, vai via da Torino”. Ho fatto finta di nulla continuando a camminare ma mi hanno seguita. L’uomo ripeteva gli insulti e la donna mi ha urlato contro. “Vattene via altrimenti ti ammazzo, cinese di m****. Ho provato a calmarli, ma non riuscendoci, sono scappata. Ho detto loro di smetterla sennò avrei chiamato la polizia. Quando ho preso il telefonino, la donna ha iniziato a picchiarmi, a calci e pugni. E l’uomo giù sempre ad insultarmi. Mi hanno aiutata dei passanti”.
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