Anna, una signora di Codogno, comune attualmente in isolamento per la diffusione del coronavirus, tramite il suo racconto parlato della situazione all’interno del suo Paese.
Crescono di ora in ora i numeri in merito ai contagi di coronavirus in Italia. Ad ora sono 76 le persone colpite dal 2019–nCoV in cinque regioni diverse e due i decessi provocati dal virus, numeri che collocano il nostro Paese al primo posto in Europa. Il diffondersi del virus ha gettato nel panico la penisola intera, soprattutto la provincia di Lodi, dove attualmente si è registrato il maggior numero di contagi. A parlare della situazione è Anna, una signora di Codogno che ha rilasciato un’intervista all’Agi (Agenzia Giornalistica Italia).
“Sono pochissime le auto in circolazione, e i negozi sono tutti chiusi ad eccezione di alcuni supermercati e delle farmacie. Non si esce se non è proprio indispensabile, per fare la spesa. Ci hanno detto che i dipendenti dei supermercati vengono controllati. Nessun assembramento è permesso, anche i funerali si fanno solo con il sacerdote e massimo quattro parenti“. Così Anna, una signora di Codogno, comune in provincia di Lodi, ha raccontato all’Agi la situazione che si sta vivendo nel paese dopo la diffusione del coronavirus. Il lodigiano è attualmente la zona dove si sono registrati più casi, circostanza che ha fatto scattare l’isolamento per diversi comuni. “Non avrei mai pensato –prosegue Anna ai microfoni dell’Agi- di vivere questa esperienza, di dover restare a casa senza uscire. È difficile, ieri era il primo giorno e lo vivi un po’ così, oggi inizi a riflettere“.
La donna poi parla del 38enne di Codogno ricoverato in ospedale e risultato essere il primo caso ufficiale in Lombardia: “Non conoscevo l’uomo risultato positivo né i suoi contatti – riporta l’Agi – ma certo nel paese c’è paura. Abbiamo sentito la notizia ieri mattina, poi sono arrivate l’ordinanza comunale e quella regionale, che hanno chiuso le attività commerciali e le scuole, e chiesto alla popolazione di rimanere a casa, cosa che stanno facendo tutti“.
Infine Anna conclude spiegando: “Non conosciamo l’inizio di questa storia e purtroppo non ne conosciamo la fine, di sicuro dobbiamo stare 14 giorni a casa e poi si vedrà. Di certo abbiamo molto, troppo tempo – riporta l’Agi– per riflettere e la preoccupazione del contagio ce l’hanno tutti. L’unica cosa è attenersi alle indicazioni, stare a casa e chiamare i medici se qualcosa non va. La cosa si allargherà anche ad altri Comuni, secondo me questa è solo la punta dell’iceberg“.
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