Coronavirus, la virologa: “Nel giro di una settimana molte cose si chiariranno”

L’esperta virologa Ilaria Capua ha rilasciato nuove dichiarazioni in merito all’epidemia di coronavirus giunta anche in Italia, dove si sono registrati oltre 200 contagi e sei vittime.

Ilaria Capua
Ilaria Capua (foto dal web)

Oltre 200 contagi e sei vittime, questo il drammatico bilancio della diffusione di coronavirus in Italia. Numeri in continuo aggiornamento che spaventano la popolazione che si interroga su quanto stia accadendo, su come si ci possa difendere e soprattutto quando finirà l’emergenza. In merito ha parlato la nota virologa Ilaria Capua che ha rilasciato alcune dichiarazioni sull’epidemia che ha colpito le regioni del settentrione.

Coronavirus, la virologa Ilaria Capua: “Credo che ci sia un allarme mediatico non giustificato dal comportamento reale dell’infezione “

Credo che ci sia un allarme mediatico non giustificato dal comportamento reale dell’infezione. E penso che, nel giro di una settimana, molte cose si chiariranno“. Queste le parole della nota virologa e direttrice One Health Center of Excellence dell’University of Florida Ilaria Capua in merito alla diffusione del coronavirus in Italia. La virologa ha proseguito spiegando come ci si difende dal virus: “Bisogna comportarsi– riporta la redazione di Leggocome se fosse in arrivo una brutta influenza. Se si è ammalati di qualsiasi forma respiratoria è meglio non andare in giro. Le persone sono a rischio perché hanno avuto contatti con persone malate o sono state in luoghi affollati. Chi ritiene di essere ammalato dovrebbe stare a casa. Chi sta bene può continuare ad avere una vita normale“.

Il virus è stato più volte accostato ad una brutta influenza: “Vedremo se sarà brutta. In tutte le specie animali, e l’Uomo ne fa parte -spiega la virologa, come riporta Leggo-, i coronavirus comportano forme respiratorie lievi: non vedo per quale motivo questo virus debba dare una forma respiratoria grave o punti di mortalità superiori. Non abbiamo elementi per essere preoccupati, se non di un contagio rapido e massiccio che farebbe ammalare (probabilmente in maniera lieve) un numero elevato di persone“. Infine la dottoressa Capua conclude affermando: “In questo caso quelle persone non possono andare a lavorare, quindi se si ammalano tanti ne risentono i servizi primari, ospedali, trasporti, catena di distribuzione dei farmaci. Se si è ammalati -riporta Leggoè meglio stare a casa in isolamento. Il servizio sanitario dovrebbe andare incontro a quelli che si mettono in quarantena, con servizi da remoto per il controllo della situazione“.

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(Getty Images)
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