L’infettivologo Raffaele Bruno che ha in cura il 38enne di Codogno, considerato il “paziente 1”, ha parlato di come i medici stanno affrontando l’emergenza provocata dal coronavirus.
Nel pieno dell’emergenza per il coronavirus diffusosi in Italia nei giorni scorsi, i medici di decine di ospedali stanno prestando le cure alle persone che hanno contratto il virus. Attualmente non esiste un vaccino o una cura specifica per il Covid ed il personale sanitario sta cercando di percorrere la via migliore per affrontare l’emergenza. Tra questi dottori, che il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana ha definito “eroici”, c’è anche Raffaele Bruno che da giorni ha in cura il “paziente 1” ricoverato in terapia intensiva al Policlinico San Matteo di Pavia. Bruno in un’intervista alla redazione de Il Corriere della Sera, ha parlato della situazione che sta vivendo in questi giorni.
Coronavirus, l’infettivologo che ha in cura il 38enne di Codogno: “Stiamo usando un cocktail di medicinali, tra i quali uno contro l’Hiv”
Nell’attesa di rintracciare una cura ed un vaccino per il coronavirus, i medici italiani che stanno prestando le cure alle persone che hanno contratto il virus, stanno cercando di percorrere la strada migliore per fronteggiare l’emergenza. Tra questi c’è anche Raffaele Bruno, il medico che ha in cura da diversi giorni il 38enne di Codogno (Lodi) considerato il “paziente 1” ed ora ricoverato in terapia intensiva al Policlinico San Matteo di Pavia. L’infettivologo, in un’intervista alla redazione de Il Corriere della Sera, ha raccontato: “Per il Coronavirus non c’è una cura specifica perché è un nuovo virus passato all’improvviso dall’animale all’uomo. Stiamo usando terapie empiriche in modo ragionato. Un cocktail di medicinali, tra i quali c’è anche un farmaco contro l’Hiv che non utilizzavamo più e ora abbiamo riacquistato. Lo somministriamo due volte al giorno”.
“C’è la Ribavirina -riporta Il Corriere della Sera– un vecchio antivirale utilizzato per l’influenza, che diamo anche questo due volte al giorno. Poi ci sono gli antibiotici per prevenire le infezioni batteriche che somministriamo quattro volte al giorno“.In merito all’utilizzo del medicinale contro l’Hiv, Bruno, che ormai si trova in ospedale da 80 ore di fila per fronteggiare l’emergenza, ha spiegato: ” Il principio attivo è il Lopinavir, un antiretrovirale che appartiene alla classe degli inibitori della proteasi, un enzima presente sia nell’Hiv sia nel Coronavirus. Risultati preliminari? Al momento -spiega l’infettivologo al Corriere della Sera– dobbiamo accontentarci dei risultati preliminari che sono incoraggianti. Un follow-up a lungo termine non c’è ancora. Sono cure che si sono dimostrate efficaci in laboratorio. E che già hanno usato in Cina e in Corea“.
Leggi anche —> Coronavirus, dagli Stati Uniti arriva un vaccino sperimentale pronto per i test