La trasmissione Le Iene ha portato avanti un’inchiesta circa il reale numero dei contagi in Italia da nuovo coronavirus. Dal servizio è emerso che i dati comunicati dalle varie istituzioni non corrispondono tra loro.
Tamponi accertati come positivi al nuovo coronavirus, sono risultati poi essere negativi. Questo lo scoop lanciato dalla redazione Le Iene. Giulia Innocenzi ha portato avanti un’inchiesta dalla quale è emerso che l’allarmante conta dei contagi in realtà sarebbe tutta da rivedere. Un’altra inquietante verità emersa è quella che le varie istituzioni nelle loro dichiarazioni rendono numeri differenti tra loro.
Coronavirus, Le Iene mandano in onda un servizio sui numeri dei contagi da nuovo coronavirus
Una conta che ogni giorno non fa altro che acutizzare la paura, quella dei casi di contagio da nuovo coronavirus. Eppure sembrerebbe che i numeri allarmanti diramati dagli organi di stampa non corrisponderebbero ai casi effettivi. Ma come è possibile? Sul punto si rende necessaria una premessa.
L’unico ente autorizzato a pubblicare dati certificati sui contagi è l’Iss. I numeri giungono a seguito delle segnalazioni di Asl ed Ospedali e solo in seguito vengono confermati dall’Istituto. È quest’ultimo che, considerata la sua autorevolezza, conferma o meno le positività. Stando al servizio dell’inviata de Le Iene e conduttrice della trasmissione digital Aspettando Le Iene Giulia Innocenzi l’ufficio stampa dell’Iss ha dichiarato: “Questi dati arrivano direttamente dalle Regioni, e cioè dagli ospedali e dalle Asl, ma solo in seguito vengono confermati dall’Istituto di Roma“. Parole che trovano conferma nelle dichiarazioni del Ministro Roberto Speranza, il quale ha appunto affermato che l’ufficialità dei contagiati passa attraverso la certificazione dell’Iss.
Ma cosa accade in verità? Spesso accade che le fonti di informazioni prendano i dati comunicati dagli enti territoriali e ne diano notizia alla popolazione. Ciò significa senza aspettare il vaglio dell’Iss. Per tale ragione pare che i numeri di casi noti siano di molto superiori a quelli effettivi. A riferirlo a Le Iene un ricercatore dell’Iss che ha affermato: “Il Presidente (delliIss ndr) ci ha detto in seduta congiunta con tutti i capi di dipartimento che circa i due terzi dei campioni in verità erano negativi, di quelli supposti positivi”. Pertanto rispetto agli oltre 250 contagi al 25 febbraio, in realtà quelli positivi sarebbero soltanto 80. Il ricercatore ha, infatti, affermato: “Da quello che ci ha detto il Presidente i casi positivi oggi sono poco più che 80“. Ma come mai allora tutta questa differenza? Il ricercatore rimasto anonimo afferma: “Diversi gradi di expertise della gente che lavora in ospedale rispetto alla gente che lavora da noi, che non fa altro che fare questo da decine di anni“.
Coronavirus, le contraddizioni sui numeri del contagio
A conferma delle dichiarazioni del ricercatore del 25 febbraio, ha parlato il capo dell’Ufficio Stampa dell’Iss Mirella Taranto la quale ha affermato a Giulia Innocenzi: “Io ti posso dire che i casi confermati ieri (il 25 febbraio, ndr) erano 88. Oggi non lo so dovrei parlare con il mio laboratorio”. Tuttavia nel corso dell’intervista accade qualcosa di inaspettato. Mirella Taranto, incalzata da Giulia Innocenzi, ritratta quanto affermato. Prima afferma di non essere sicura di quei numeri, poi dice che è non è vero che erano 88. Una circostanza che ha sollevato numerosi dubbi ne Le Iene e che ha aperto le porte ad un’inesorabile verità. Le istituzioni, parimenti autorevoli fra loro, comunicano dati differenti. La considerazione nasce dalle dichiarazioni rese da Walter Ricciardi consulente del Ministro della Salute per il quale i casi sarebbero 190. Mentre per il capo della Protezione Civile Borrelli i casi confermati dall’Iss sempre al 25 febbraio sarebbero 282. Ed infatti, è Borrelli il soggetto preposto a comunicare i dati ufficiali del contagio quotidianamente. Numeri che gli giungono dall’Iss a quanto pare di capire.
Insomma, una grande falla comunicativa che ad avviso de Le Iene potrebbe essere risolta se l’Iss comunicasse direttamente i dati. Una maggior rassicurazione alla popolazione di certo allenterebbe le tensioni. Ed infatti, la popolazione di certo sarebbe più serena nel sapere che i casi in realtà sono di molto inferiori rispetto alla conta attualmente fornita. Di certo vi è che l’emergenza esiste e che di quest’ultima ne sta soffrendo non soltanto il sistema sanitario. I danni cosiddetti collaterali sono innumerevoli, soprattutto quelli all’economia. La produzione al Nord è ferma, come anche l’export. Per non parlare del turismo il quale ha subito un brusco calo, comportando un’emorragia che al momento pare incontenibile.
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