Mario Monti, ex Presidente del Consiglio, ha rilasciato a La Stampa un’intervista in merito agli effetti che il nuovo coronavirus avrà sull’economia.
Pericolo recessione, o quasi. A parlare delle conseguenze sull’economia causate dal nuovo coronavirus l’ex Presidente del Consiglio Mario Monti. L’oggi senatore a vita ha rilasciato un’intervista al quotidiano La Stampa, nella quale ha parlato dei risvolti negativi che l’epidemia da 2019-nCoV potrebbe avere sul Paese. Ha affermato, inoltre, che un pesante carico alla drammatica situazione è stato aggiunto anche dalla politica attuale.
In questo momento l’Italia si trova a dover fronteggiare un’emergenza, non solo sanitaria. A causa dell’epidemia da nuovo coronavirus, infatti, anche l’economia ha subito un brusco colpo. In merito ha rilasciato un’intervista a La Stampa, l’ex Presidente del Consiglio Mario Monti. L’oggi Senatore a vita, ha espresso il proprio punto di vista a partire dalla possibilità che in Italia si registri una recessione. “Non è automatico – ha risposto Mario Monti a La Stampa – ma l’epidemia determina un effetto recessivo per l’economia mondiale, la cui misura dipenderà dai singoli paesi e dalla loro situazione iniziale“.
La chiave, per l’ex Presidente del Consiglio, di combattere il virus è solo una: l’Europa, anche sul fronte migranti. Sul punto ha affermato: “Quando si arriva a questioni che hanno rilievo immediato al di là delle frontiere, come è per la salute pubblica – riporta La Stampa – questo dovrebbe vedere l’Europa impegnata con chiari poteri e risorse“. Ma cosa attende il Paese?: “Viviamo una crisi che incide sia sull’offerta e che sulla domanda. Se in Cina o in Lombardia – afferma Mario Monti- non si produce e non si lavora, la crescita frena. Al contempo, ansia e incertezza riducono i consumi“.
Il senatore a vita ha proseguito la sua intervista parlando anche della possibilità che si registri un’inflazione e sul relativo motivo. “Sia per il calo dell’offerta, sia per un effetto di de-globalizzazione indotto da questa crisi. Quando ci si chiedeva per anni come mai l’inflazione non salisse nonostante la forte crescita, spiegavamo – afferma Monti a La Stampa- che una delle cause era l’integrazione planetaria, la maggiore concorrenza portata dalla globalizzazione. Se il virus, riducendo gli scambi e i movimenti, avesse effetti deglobalizzanti, diminuirebbe anche il fattore disinflazionistico”.
Come avviene in piccola scala per ogni problema esiste (quasi sempre) una soluzione. Per Mario Monti servirebbe che la politica si risvegliasse dal torpore di anni: “I margini della politica monetaria sono limitati dopo anni di Quantitative Easing della Bce e delle altre maggiori banche centrali. Gli spazi della politica di bilancio variano da paese a paese. Sarebbe utile fare – afferma a La Stampa- più deficit per contrastare l’effetto recessivo del virus, ma non tutti potranno permetterselo nella stessa misura”.
Un’ulteriore richiesta di flessibilità all’Unione Europea, dunque. Il nuovo coronavirus, rappresenta il senatore a vita, citando Gentiloni “È una circostanza eccezionale che consentirebbe una deroga e l’autorizzazione a fare un poco più deficit. Tuttavia, i maggiori disavanzi sarebbero ancora una volta per spesa corrente, non per investimenti. Agli italiani di domani lasceremmo maggiore debito non coperto da un maggiore capitale”.
Ma allora ci si chiede se questa era una drammatica situazione evitabile. La riposta di Mario Monti è secca e lapidaria: “Certo che lo era! L’Italia – dopo due anni di pesanti sacrifici purtroppo non evitabili – era uscita dalla crisi finanziaria nel 2013. Gran parte dei sette (dico 7!) anni successivi hanno goduto di un contesto internazionale molto favorevole, che gli altri paesi hanno saputo trasformare in crescita. L’Italia no. I vari governi – riporta La Stampa- anche se non li metto tutti sullo stesso piano, hanno fatto riforme strutturali insufficienti, qualche contro-riforma, come sulle pensioni, e una serie di interventi con l’occhio più attento ai voti che alla crescita“.
L’attacco poi è nei confronti della politica: “Intanto molti politici, populisti e non, cercano riparo dall’ira dei cittadini con il solito alibi: ‘Perché l’Italia non cresce?’ Ma è ovvio, per colpa delle misure proposte da chi ha governato per poco più di un anno, oltre sette anni fa, e approvate in Parlamento – riferisce Monti a La Stampa- da quasi tutti i nostri partiti“.
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