Il Coronavirus sta facendo danni sistemici e per supportare l’economia è necessario che sia attivato il Fondo di solidarietà europeo e che il bilancio Ue sia riportato dall’1% al 20% annuale. Lo spiega dal proprio blog su Huffpost Alberto Quadrio Curzio, autorevole docente ed economista italiano.
Le parole di Quadrio Quarzio sono chiare: “La situazione italiana circa il Covid-19 è stata commentata sotto molti profili ai quali ne aggiungo, sia pure sommariamente, due che riguardano il nostro Paese e l’Unione Europea. Al netto degli sforzi del Governo italiano, testimoniati dalla normativa per il contenimento del contagio, riteniamo che l’Italia presenti una situazione variegata di meriti e di criticità. Inoltre, evitando di autoaccusarci o ricorrere al vittimismo, l’Europa potrebbe essere meno distratta. O meglio, assai meno“.
L’attenzione dell’economista è rivolta ai settori dell’economia che sono e saranno oggetto di rallentamenti e perdite economiche “soprattutto turismo e servizi” e il giudizio su questo ennesimo rallentamento non è favorevole: “entrare di nuovo in crisi è molto grave“.
Prosegue Quadrio Curzio: “Per il sistema socio-sanitario la prova è pesante non solo per il carico di assistenza, ma anche perché se si comincia a delegittimare quello che è uno dei comparti del vivere civile più importanti del nostro Paese, gli effetti sociali saranno gravissimi. Nel caso del Covid-19 è possibile che ci sia stata una piccola falla iniziale, ma poi non ci sembra proprio che la situazione sia sfuggita al controllo. Tutt’altro, come dimostra anche il ricorso generalizzato allo screening che può sembrare eccessivo, anche partendo da sintomi di una influenza o di un raffreddore. Il nostro sistema socio-sanitario rimane uno dei più avanzati in Europa, così come lo sono gli scienziati italiani nella ricerca di base e in clinica (…)”.
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Alberto Quadrio Qurzio è molto chiaro e accusa di scarsa solidarietà l’Unione: “In questa contingenza (come in altre) l’Ue e gli Stati membri non manifestano quello “spirito di solidarietà” richiamati di continuo sia nei Trattati europei sia nelle decisioni del Parlamento europeo e del Consiglio Ue. Eppure anche in questo caso c’è bisogno di più Europa perché i virus non si fermano alle dogane. Tra le possibilità esistenti, subito spicca quella del Fondo di solidarietà dell’Ue, istituito con regolamento europeo n. 2012 del 2002 (…) che è previsto si attivi nel caso si verifichino gravi catastrofi ma secondo l’autorevole docente anche in questo coso dovrebbe intervenire in quanto all’articolo 2 è stabilito che “il Fondo può essere mobilitato qualora si producano serie ripercussioni sulle condizioni di vita dei cittadini, sull’ambiente naturale o sull’economia di una o più regioni di tale Stato ammissibile a seguito del verificarsi di una catastrofe naturale grave”.
E, soprattutto, spiega il professore: “Ai fini del presente regolamento per ‘catastrofe naturale grave’ si intende qualsiasi catastrofe naturale che provoca, in uno Stato ammissibile, danni diretti stimati a oltre 3 miliardi di euro a prezzi del 2011, o superiori allo 0,6% del suo reddito nazionale lordo”; per ‘catastrofe naturale regionale’ si intende qualsiasi catastrofe naturale che provochi, in una regione di livello NUTS 2 di uno Stato ammissibile, danni diretti superiori all’1,5% del Pil di tale regione”.
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