Il Fisco controlla i nostri conti correnti e dalle informazioni acquisite trae un quadro completo e molto interessante delle nostre abitudini finanziarie e, grazie alla comparazione con le dichiarazioni dei redditi, riesce a sostenere verifiche e accertamenti.
Dal 1° settembre 2019 gli istituti bancari e postali sono tenuti a comunicare ogni mese gli spostamenti di denaro dei contribuenti che superino i 1.000,00 euro.
Tali spostamenti di somme saranno poi oggetto di segnalazione all’Unità Informazione Finanziaria per l’Italia della Banca d’Italia qualora superino nel totale i 10mila euro.
Leggi anche —>I campanelli d’allarme per il Fisco
Dal 1° aprile 2020 ulteriori controlli dei conti correnti.
A partire dal 1 aprile 2020 i conti correnti saranno oggetto di ulteriori controlli finalizzati a cercare spostamenti di denaro che risultino anomali. I contribuenti dovranno giustificare i versamenti e i bonifici. Per quanto riguarda i titolari di impresa tali controlli potranno riguardare sia i prelievi sia i bonifici superiori ai 1000 euro giornalieri e i 5mila euro mensili.
Da un punto di vista teorico tale controllo non sarà generalizzato ma bensì colpirà i movimenti più anomali rispetto alle dichiarazioni dei redditi prodotte.
Tale tipologia di controllo, in sinergia con gli strumenti presuntivi del redditometro e del risparmiometro, permette al Fisco di accertare eventuali evasioni.
Cos’è il risparmiometro 2020 e come funziona
Il risparmiometro è uno strumento che si basa su un algoritmo capace di analizzare i depositi dei conti correnti bancari e di segnalare giacenze di denaro che non sarebbero in ipotesi coerenti con il reddito che il contribuente ha dichiarato allo Stato.
Rispetto al famoso redditometro, che permette al Fisco di determinare il reddito presunto del contribuente sulla base delle spese effettuate (l’accertamento del fisco scatta quando la differenza fra il reddito dichiarato e quello accertato è superiore al 20%), il risparmiometro punta a un indice diverso: il risparmio.