Parla il direttore dello Spallanzani in merito alla situazione attuale Coronavirus Italia. Tanti i punti salienti toccati in merito a cosa sta succedendo.
Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’ospedale ‘Lazzaro Spallanzani’ di Roma, parla a ‘La Stampa’ della situazione Coronavirus Italia. “Gli altri Paesi d’Europa limitano i test di rilevamento della malattia soltanto a coloro che hanno avuto contatti ritenuti a rischio ma che presentano i sintomi noti. L’Italia va più nello specifico invece e si è adeguata a quanto richiesto dalla Ecdc, l’Agenzia europea di prevenzione e controllo delle malattie. L’Ente in questione definisce un caso sospetto da Coronavirus qualora ci sia un individuo affetto da infezione respiratoria acuta e con contatti ravvicinati intrattenuti nei 14 giorni precedenti il manifestarsi dei sintomi con un caso a sua volta probabile o confermato. Oppure che sia stato nelle zone del mondo dove il Covid-19 è ormai ampiamente diffuso”.
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Il dottor Ippolito precisa come sia corretto dire che vengono comunicati solamente i casi clinici rilevanti in riferimento alla definizione stessa di caso, così come richiesto dalla Ecdc o dall’Oms. “E sul Coronavirus abbiamo già appreso molto. Ogni giorno la comunità scientifica e medica compie delle scoperte importanti. Qui allo Spallanzani siamo riusciti ad isolare il virus Covid-19 e questo ci permette di svolgere più e più attività di ricerca e di sperimentazione di nuovi test. Oltre a mettere a punto anche degli studi che un giorno potrebbero portare alla realizzazione di relativi vaccini. Ovvio che c’è ancora molto da apprendere in ambito di Coronavirus. L’Italia sta facendo la sua parte. Dobbiamo capire anche alcune cose su quelli che sono i meccanismi di trasmissione del virus”.
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Ed ancora. “La biotech Moderna ha consegnato le prime fiale del tutto sperimentali di un vaccino al Niad, organismo predisposto alla cura di malattie infettive al Nih. Quest’ultima è l’agenzia statunitense che sovrintende la ricerca in ambito sanitario. Ma i tempi minimi previsti per un vaccino vero e proprio sono quelli già indicati altrove. Corrispondono a circa 12-18 mesi”. Sui due pazienti cinesi guariti allo Spallanzani: “abbiamo utilizzato due farmaci: il lopinavir/ritonavir ed il remdesivir. Il primo è un antivirale impiegato per la cura dell’Hiv. Abbiamo notato che risulta attivo come antivirale anche con il Coronavirus. L’altro invece è utilizzato per debellare l’Ebola. I due pazienti cinesi sono guariti, rendendosi negativizzati al Covid-19. Serviranno comunque degli studi approfonditi per capire se tale terapia può essere usata su vasta scala”.
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