La dottoressa Francesca Russo, a capo del team di medici delle Asl venete coinvolte nell’epidemia, ha rilasciato un’intervista in ordine al nuovo coronavirus ed alla cosiddetta caccia al “paziente zero”.
Sembrava destinata a proseguire senza sosta la caccia al cosiddetto paziente zero, ossia colui che avrebbe portato in Italia il nuovo coronavirus. Eppure, ad oggi sembrerebbe non essere più un’informazione così rilevante. Ad affermarlo la dottoressa Francesca Russo, intervistata dalla redazione de La Repubblica. L’esperta, a capo del team di medici delle Asl venete coinvolte nell’epidemia, ne ha anche spiegato il motivo.
Coronavirus, Francesca Russo sulla caccia al paziente zero: “Non serve più cercare chi l’ha portato“
Una vera e propria caccia all’uomo quella al paziente zero colui che avrebbe portato in Italia il nuovo coronavirus. Un’informazione di vitale importanza che avrebbe permesso di tracciare le linee di contagio, ma che ad oggi pare non aver più carattere di rilievo. A confermarlo la dottoressa Francesca Russo a capo del team di medici delle Asl venete coinvolte nell’epidemia. Nel corso di un’intervista rilasciata a La Repubblica ha affermato: “Il virus circolava da molto tempo, ora non serve più cercare chi l’ha portato“. La dottoressa ha proseguito dicendo: “Può essere stato portato da chiunque in Europa, se è arrivato – riporta Repubblica- senza sintomi quando non c’erano ancora misure stringenti“.
L’attenzione ora è tutta dirottata sull’indagine epidemiologica scattata per comprendere come due anziani di Vo’ abbiano contratto il virus. La particolarità del caso risiede nel fatto che entrambi non hanno avuto contatti con persone tornate dalla Cina. Non escono spesso di casa e vivono sole. Un’unica soluzione per la dottoressa: “La storia dei due anziani dimostra che il virus circola in Europa da molto tempo, almeno da un mese prima rispetto a venerdì 21 febbraio, quando sono stati diagnosticati i due casi di Vo’. E questo, ora, rende del tutto – riporta Repubblica- inutile la ricerca del paziente zero“.
Francesca Russo ha precisato le sue affermazioni: “Riteniamo che il virus circolasse sotto traccia da tempo, insieme con il normale virus influenzale. Nei soggetti debilitati, però, ha provocato polmoniti. Il virus – riporta La Repubblica- è arrivato in Europa in un momento imprecisato e ha dato luogo ai primi contagi in Germania, poi in Francia, e poi abbiamo avuto i nostri. Chiunque può averlo portato in Italia“.
Impossibile, dunque, bloccare l’epidemia secondo la dottoressa Russo, considerata anche la presenza di pazienti asintomatici. Era praticamente impossibile difendere il Paese. Tornando sul paziente zero, in ordine proprio a tale ultima considerazione, questi potrebbe avere il volto di chiunque. Dal turista europeo a quello di un italiano di ritorno da un viaggio all’estero.
Coronavirus, le conclusioni in ordine al contagio
Ma a quali conclusioni, in ordine al contagio, è giunta l’unità d’analisi capeggiata dalla dottoressa Francesca Russo? L’esperta ha riferito alla redazione de La Repubblica che: “In questo momento rileviamo due situazioni di contagio: la prima è legata al criterio epidemiologico, cioè riguarda soggetti infetti che provengono dalla Cina oppure che si sono contagiati qui stando a contatto con loro“. Invece “La seconda riguarda i casi che si sono manifestati perché il virus circola in Europa. Non è corretto dire in Italia, meglio dire in Europa“. Quest’ultima spiegazione avvalora ancor di più la convinzione che cercare il paziente zero sia più che mai inutile. La dottoressa afferma, infatti: “Il livello di attenzione si è alzato su entrambi i fronti“.
Coronavirus, il contagio di Vò Euganeo e le possibili cause
La dottoressa Francesca Russo ha proseguito la sua intervista parlando delle procedure messe in atto per verificare i contagi. Ad oggi i tamponi vengono effettuati solo su pazienti sintomatici prima, invece, il controllo era indiscriminato. L’inversione è avvenuta per un motivo ben specifico: “Ci siamo attenuti alle direttive ministeriali. E fare i tamponi agli asintomatici – afferma la dottoressa a La Repubblica- ci ha comunque fatto capire che può risultare positiva anche la persona che non ha viaggiato e sta benissimo“.
L’attenzione, allora, si sposta sul contagio a Vo’, un paese di circa 3mila anime dove ad oggi si contano 78 casi. Come è stato possibile? La spiegazione ad avviso della dottoressa Francesca Russo è una: “Ipotizziamo che possa essere stato causato da qualcuno proveniente dalla Cina, perché il cluster – riporta Repubblica- è molto ampio ed è legato alla frequentazione di un locale pubblico“.
Tuttavia gli otto cinesi presenti in paese sono risultati negativi. “Sì, ma è anche vero che due di loro erano tornati dalla Cina appena venti giorni prima dell’esame. Potrebbero essersi ‘negativizzati’, quindi – dice la dottoressa a La Repubblica- stiamo facendo ulteriori approfondimenti“. In ogni caso, pare che il contagio di Vò non pare essere collegato a Codogno ed agli altri del Veneto.
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