La generazione dei trentenni è certamente svantaggiata sotto alcuni profili rispetto alle precedenti e soprattutto rispetto ai c.d. “boomer”, cioè i nati durante il boom economico italiano. A salvare i trentenni (e non solo) i bonus fiscali, risposte forse insufficienti ma immediate: vediamo a chi spettano e come funzionano.
Intanto, giova chiarire fin da subito che non esistono bonus esclusivamente dedicati ai trentenni ma soltanto bonus fruibili anche dai trentenni.
Tra questi le agevolazioni del c.d. “Bonus casa” e quindi anzitutto il bonus dedicato alle ristrutturazioni di immobili. Chi se ne giova può ottenere la detrazione Irpef del 50% dei costi sostenuti, suddivisa in 10 “rate” annuali di medesimo valore. Il tetto massimo è di 96mila euro per immobile.
Sempre in tema immobili esiste il bonus prima casa che si applica ad abitazioni civili, abitazioni economiche, abitazioni rurali, abitazioni popolari, abitazioni ultra popolari, villini, alloggi tipici, pertinenze, come garage, coperture, locali di deposito ma non a ville, abitazioni signorili, edifici storici.
Questo bonus consiste nell’esenzione dall’imposta di bollo, dai tributi speciali catastali, dalle tasse ipotecarie, dai tributi dovuti al Catasto o per la registrazione immobiliare, nell’applicazione di un’imposta di registro ridotta (2% invece del 9%), nell’applicazione di un’aliquota Iva agevolata al 4 (al posto del 10%) nel caso in cui il venditore sia un’impresa.
Sempre in tema acquisto della prima casa, è possibile detrarre il 19% degli interessi passivi di mutuo, calcolati su una base massima di 4mila euro annui, compresi gli oneri accessori.
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In caso di locazione a canone concordato di un immobile è possibile optare per la cedolare secca, cioè un’imposta sostitutiva che viene calcolata applicando un’aliquota del 21% sul canone di locazione annuo stabilito dalle parti.
Questa aliquota è ulteriormente ridotta al 10% per i contratti di locazione a canone concordato di abitazioni ubicate nei Comuni con carenze di disponibilità abitative (Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino e Venezia, oltre ai Comuni confinanti e gli altri Comuni capoluogo di provincia) e nei comuni ad alta tensione abitativa individuati dal Cipe.
Inoltre, per i contratti a cui si applica la cedolare secca non è dovuta l’imposta di registro e l’imposta di bollo.
Il bonus per l’acquisto di mobili e elettrodomestici di classe A o A+ consiste nella detrazione del 50% su spese annue massime di 10mila euro.
Infine, i costi per le opere che migliorano da un punto di vista energetico le prestazioni delle abitazioni sono detraibili (Irpef o Ires) dal 50% al 65% nel caso delle singole unità abitative. Se i lavori sono svolti dai condomini si può arrivare all’85% se si raggiungono i massimi standard energetici.
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