L’allarme coronavirus non deve mettere in secondo piano i rischi derivanti dall’influenza stagionale: il parere dell’esperta
In aumento i casi di contagio e le vittime da coronavirus in Italia. Notizie preoccupanti che però non dovrebbero allarmare più del dovuto. E’ il parere di Maria Rita Gismondo, direttore del laboratorio di Virologia dell’ospedale Sacco di Milano. A suo parere, i dati non si discostano troppo da quelli relativi ai picchi di influenza stagionale, che mettono ugualmente a rischio la salute delle persone e di determinate categorie a rischio. “Dal 14 ottobre 2019 al 9 febbraio 2020 abbiamo avuto 5 milioni e 18.000 casi, ovvero il 9% della popolazione italiana, con 300 morti dirette e da 4.000 a 10.000 indirette per influenza – ha spiegato la dottoressa Gismondo – L’attenzione sull’epidemia di coronavirus non va sminuita. Ma si tratta di una casistica di poco superiore a quella dell’influenza stagionale. Il problema principale è rappresentato dall’organizzazione sanitaria, con molti casi critici in poco tempo”.
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