Siamo in piena emergenza Coronavirus, epidemia che spaventa sempre di più in Italia: così gli italiani si chiedono cosa succederà a primavera con il caldo
Con l’aumento dei casi di Coronavirus in Italia cresce anche giorno dopo giorno l’ansia che a volte nelle persone dilaga in psicosi. Alcune altre invece, in maniera più razionale, si chiedono cosa succede a primavera. Insomma, cosa dovremmo aspettarci con il caldo o comunque con temperature più elevate rispetto a quelle registrate in questi giorni. Potremo prevedere una crescita oppure una diminuzione dei casi? Vediamo ciò che ci dicono gli esperti.
Sono ormai ben 60 i paesi nel mondo interessati dal virus che tante persone ha contagiato e purtroppo più di qualcuna ha ucciso. È quindi normale chiedersi che piega possa prendere questa epidemia nei prossimi mesi. La posizione degli esperti al momento non sembra essere univoca. Si registrano infatti opinioni diverse e talvolta contrastanti sul fatto che il Coronavirus possa scomparire o viceversa proseguire nella sua contagiosità.
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Non sarebbe nemmeno del tutto chiaro se il virus possa essere favorito dal freddo e quindi possa attenuarsi con l’avvento della primavera e delle temperature più alte. Alcuni ricordano che nel 2014 avvenne un fucolaio di Coronavirus in Medio Oriente. In quel caso ad essere colpiti furono molti cammelli nonostante le temperature decisamente miti. Per questo motivo non ci si potrebbe esprimere verso una previsione di miglioramento, anche in caso di clima più temperato.
Viceversa però un gruppo di studiosi afferma che grazie alla primavera, analogamente a quanto accade per il raffreddore, il fenomeno del Coronavirus dovrebbe tendere a scemare. Secondo un’altra linea di pensiero, il picco del virus sarebbe previsto almeno per l’intero mese di marzo. Non si avrebbe dunque certezza sul fatto che il caldo possa mitigare il numero di contagi. È possibile però sostenere un fatto. Solitamente con l’aumento delle temperature, le persone tendono ad aprire maggiormente le finestre. Il ricambio d’aria in posti chiusi potrebbe favorire la diminuzione dei contagi rispetto a quanto accade oggi.
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