L’epidemiologo Ben Cowling ha rilasciato un’intervista al quotidiano La Repubblica per parlare dell’emergenza coronavirus in Italia.
Nel pieno dell’emergenza per la diffusione del coronavirus in Italia, decine di esperti hanno rilasciato numerose interviste per cercare di far chiarezza. Gli esperti hanno parlato di quanto stia accadendo e soprattutto hanno cercato di tranquillizzare la popolazione entrata nel panico. Tra questi c’è anche l’epidemiologo ed esperto di statistica medica all’Università di Hong Kong, Ben Cowling che ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano La Repubblica.
Leggi anche —> Coronavirus, dalla Cina scoperte nuove modalità di trasmissione
Coronavirus, l’epidemiologo Ben Cowling: “L’incidenza delle infezioni in Lombardia stia ancora crescendo e che sia destinata ad aumentare”
Ben Cowling, epidemiologo ed esperto di statistica medica all’Università di Hong Kong, ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano La Repubblica, in merito all’emergenza coronavirus scoppiata in Italia. Il noto epidemiologo, in collaborazione con alcuni colleghi, riporta Repubblica ha firmato da poco uno studio che passa in rassegna le misure di “distanziamento sociale” utilizzate per contrastare le epidemie di influenza: isolamento dei malati, ricostruzione dei loro ultimi contatti, quarantena per chi è stato in contatto con persone malate, chiusura delle scuole, chiusura degli uffici e l’invito a evitare i luoghi affollati.
Cowling ha spiegato: “Dai dati di cui dispongo – riporta Repubblica– penso che l’incidenza delle infezioni da Covid-19 in Lombardia stia ancora crescendo e che sia destinata ad aumentare per un mese. Come reagiranno gli ospedali di quella regione quando si troveranno a fronteggiare un numero di pazienti due, tre, cinque, dieci volte quello attuale, se già adesso sono al limite?”. Per questo motivo, secondo Cowling, è fondamentale “ritardare il picco dell’epidemia“.
L’epidemiologo poi ha parlato della possibilità di utilizzare misure non farmaceutiche contro il 2019-nCoV. “Alcune possono essere applicate anche a infezioni diverse, incluse quelle da coronavirus. Ma l’efficacia potrebbe variare molto a seconda dell’esatta dinamica di trasmissione”. Cowling alla domanda sull’utilità della quarantena, dell’isolamento e della chiusura delle scuole ha risposto: “Servono rallentare l’epidemia e distribuire i contagi su un periodo di tempo più ampio. La pandemia di Covid-19 – ha spiegato l’epidemiologo a Repubblica– sta innescando un travolgente aumento della domanda di servizi sanitari. Questo provocherà problemi non solo per chi ha contratto l’infezione, ma anche per i malati di cancro che hanno bisogno di chemioterapia o chirurgia, o i diabetici che hanno bisogno di dialisi. L’impatto sulla salute rischia di essere ben più alto rispetto al solo numero dei contagi“.
Leggi anche —> Coronavirus, l’appello del sindaco di Castiglione d’Adda: “Aiutateci, per favore”
Ben Cowling a Repubblica: “Rintraccuare il paziente zero? Non credo sia importante”
“Misure più efficaci di altre? Dipende dalle infezioni. Per la normale influenza la chiusura delle scuole è forse la più efficace. Per il Covid-19 potrebbero essere l’isolamento e la quarantena. Mettere in quarantena a casa le persone può interrompere la catena di contagi, perché le esclude dalla società finché non si ha la certezza che non siano infette. In Cina è stato fatto con rigore dalle autorità locali, usando persino la geolocalizzazione dei cellulari per controllare gli spostamenti. In Europa la quarantena in genere è volontaria e più difficile da far rispettare“.
L’epidemiologo ha poi commentato la scelta delle autorità italiane di istituire cordoni sanitari intorno ai focolai con polizia ed esercito: “L’idea è quella di impedire ai contagiati di una certa area di diffondere l’infezione anche in altre città. Ma dubito che sia una misura efficace, visto che ormai è probabile che ci siano contagiati in ogni regione d’Italia, solo con un numero inferiore di infezioni rispetto alla Lombardia“.
In merito alla ricerca del paziente zero e all’importanza di rintracciarlo, Cowling ha affermato: “Non credo sia importante. La trasmissione -riporta Repubblica– del coronavirus c’era già stata e se anche fosse stato trovato il paziente zero ci sarebbero state altre persone infette in circolazione nel vostro Paese. Inoltre dubito che tutti i contagi italiani discendano da una singola infezione importata“. “Le misure adottate per contrastare il virus? Non esiste unico -ha proseguito Cowling nell’intervista a Repubblica– un approccio, applicabile con successo in tutti i paesi. Certo, le misure draconiane di contenimento messe in atto dalla Cina sembrano aver posto fine alla prima ondata di infezioni. Ma ora devono stare in guardia per una possibile seconda ondata. E non sono sicuro che i provvedimenti rigorosi attuati siano sostenibili anche nei prossimi mesi”