Lettera aperta da parte di Deanna Gatta, presidente di Alcase Italia ODV, al ministro della Salute, Roberto Speranza, per tutelare i malati di cancro durante l’emergenza Coronavirus
In tempi di emergenza Coronavirus Deanna Gatta, presidente di Alcase Italia ODV, associazione oncologica che si batte, tra le altre cose, per difendere i diritti dei malati di cancro del polmone, scrive al Ministro della Salute, Roberto Speranza. All’interno della lettera la donna chiede “misure chiare, univoche e mirate” alle “necessità” di “migliaia di malati di cancro al polmone“. Gatta ricorda che “i pazienti oncologici devono recarsi nelle strutture ospedaliere, assai frequentemente, per prelievi, controlli sanitari, visite, terapie (chemioterapia, radioterapia, immunoterapia…), esami strumentali (Tc, biopsie, Pet,…), ecc…“.
Si tratta di procedure indispensabili in quanto nel caso in cui si interrompessero, “la neoplasia avanzerebbe e diventerebbe inarrestabile“. Questo causerebbe “migliaia di morti inutili“, sprecando inoltre “tutti i fondi della Sanità, usati finora per loro“. La richiesta è che sia urgente per i pazienti oncologici “conoscere come sia possibile loro accedere ai reparti e ai servizi ospedalieri, in condizioni di massima sicurezza possibile, anche in questa fase“.
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Si richiede quindi che siano “fornite – all’ingresso nella struttura sanitaria – mascherine con filtro ffp3 (se non già in possesso dal malato)” in quanto “un paziente sotto chemioterapia ha le difese immunitarie bassissime e va tutelato e protetto“. Infine la presidente di Alcase Italia ODV segnala “il consiglio che un’oncologa di un importante centro oncologico d’eccellenza di Milano ha dato a un membro di uno dei nostri gruppi di supporto“.
La dottoressa, “alla domanda della paziente, sotto immunoterapia, che chiedeva come comportarsi”, avrebbe risposto: “Bisognerebbe evitare di muoversi“. Gatta ribatte sostenendo: “Ma come?! Il farmaco immunoterapico della signora può essere reperito solo in una struttura ospedaliera, e non nella farmacia sotto casa!“. La donna ribadisce quindi l’urgenza di “conoscere ciò che devono fare per non interrompere un servizio vitale e continuativo“. A tale scopo sarebbero fondamentali “misure di contenimento del virus, da un lato, e il diritto alle cure del paziente oncologico, dall’altro“.
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