Il motivo delle terapie intensive è che ne occorro troppe e questo è dovuto al fatto che la polmonite causata dal coronavirus dura 15-20 giorni
Una delle problematiche riscontrate in questa forma di virus e nella sua guarigione riguarda le terapie intensive. Ne occorro troppe e questo è dovuto al fatto che la polmonite causata dal coronavirus dura parecchio. Ne ha parlato Renata Colombi, medico di emergenza che in questi giorni opera al pronto soccorso dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo: “Le terapie intensive si intasano perché quella provocata dal Covid-19 è una polmonite che dura due o tre settimane e non sette giorni come quella batterica”. Nell’ospedale oggi l’arrivo di pazienti giornaliero si è mantenuto sugli stessi livelli dei giorni passati. Nel primo pomeriggio i casi sospetti di coronavirus erano una quarantina. “Dal mio osservatorio e in base alla quantità di persone che arriva sembra che i numeri dei contagi non siano in calo”, ha spiegato Colombi. Da questa mattina anche il laboratorio dell’ospedale bergamasco può lavorare sull’analisi dei tamponi e quindi avere il risultato in 24 ore anziché in 5-6 giorni. “Procediamo con la valutazione dei sintomi, sulla difficoltà respiratoria del paziente, radiografia, controlliamo la febbre e i contatti”, ha detto Colombi, “i più gravi arrivano in ambulanza. Il pronto soccorso è stato diviso in diverse aree. Una ‘zona pulita’ per i non sospetti, una zona per i sospetti, una zona per i contagiati che hanno già fatto il tampone”.
Il motivo delle terapie e lo stato di emergenza
Il 31 gennaio 2020, il Consiglio dei Ministri dichiara lo stato di emergenza, per la durata di sei mesi, in conseguenza del rischio sanitario connesso all’infezione da Coronavirus. Al Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, è affidato il coordinamento degli interventi necessari a fronteggiare l’emergenza sul territorio nazionale.
Le principali azioni coordinate dal Capo del Dipartimento sono volte al soccorso e all’assistenza della popolazione eventualmente interessata dal contagio, al potenziamento dei controlli nelle aree aeroportuali e portuali, in continuità con le misure urgenti già adottate dal Ministero della salute, al rientro in Italia dei cittadini che si trovano nei Paesi a rischio e al rimpatrio dei cittadini stranieri nei Paesi di origine esposti al rischio.
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