L’avvocato della famiglia di Marco Vannini ha parlato durante la puntata di ieri di Chi l’ha Visto? in merito ad una denuncia archiviata nel gennaio del 2000 a carico di Antonio Ciontoli presentata da due prostitute.
Nella serata di ieri, la trasmissione Chi l’ha Visto? è tornata a parlare del caso Marco Vannini, il ragazzo 20enne morto nel maggio 2015 dopo essere stato raggiunto da un colpo di pistola mentre si trovava in casa della fidanzata. Nello specifico, il programma Rai è tornato su una denuncia di circa 20 anni fa a carico di Antonio Ciontoli, padre della fidanzata di Marco, da parte di due prostitute incontrate sull’Aurelia per un presunto rapporto sessuale non pagato. La vicenda poco dopo venne archiviata e non finì mai a processo. Sul punto, ai microfoni di Chi l’ha Visto?, è intervenuto l’avvocato della famiglia Vannini, Celeste Gnazi, che fu il legale di Ciontoli nella vicenda, come dimostrato dal verbale in cui si legge il suo nome.
Durante la scorsa puntata del programma Chi l’ha Visto?, andata in onda ieri sera, ha rilasciato alcune dichiarazioni l’avvocato della famiglia di Marco Vannini, Celeste Gnazi. Il legale è intervenuto in merito alla denuncia a carico di Antonio Ciontoli, l’ex sottoufficiale della Marina militare distaccato ai servizi segreti condannato in secondo grado per l’omicidio di Marco Vannini. Questa denuncia è stata presentata nel gennaio del 2000 da due prostitute straniere che accusavano Ciontoli di aver avuto rapporti sessuali con entrambe senza dare loro la cifra pattuita. Ciontoli allora, durante l’interrogatorio come dimostrato dai verbali mostrati da Chi l’ha Visto? e scovati dalla trasmissione Mediaset Le Iene, si difese dicendo di aver dato un passaggio alle due ragazze che in cambio mi gli offrirono “su loro proposta un rapporto sessuale”.
“Dopo aver consumato il rapporto sessuale -prosegue Ciontoli davanti agli inquirenti- mi hanno fatto una richiesta di denaro pari a 150mila lire. Avevano un comportamento aggressivo e io mi sono spaventato della situazione, così ho preso il portafoglio e ho dato loro 50mila lire. Tutto quello che avevo. Poi mi sono allontanato anche se loro mi urlavano dietro “. Infine spiega Ciontoli, come si evince dal verbale: “Nego di essermi qualificato come poliziotto e di avergli mostrato il mio tesserino o altri documenti. Preciso che sono sposato con due bambini piccoli e non sono solito frequentare prostitute“.
La vicenda, come spiegato nel servizio della trasmissione condotta da Federica Sciarelli, fu archiviata nel giugno 2000 non arrivando a processo. Sul verbale si legge che a difendere l’ex sottufficiale è proprio l’avvocato Celeste Gnazi, oggi legale della famiglia Vannini. In merito lo stesso avvocato ha parlato a Chi l’ha Visto? spiegando: “Non lo ricordavo, è avvenuto nel 2000. Antonio Ciontoli è famoso adesso, ma se uno lo ha incrociato non è che se ne debba obbligatoriamente ricordare dopo vent’anni. Io non posso ricordare centinaia di persone da vent’anni a questa parte“. Alla domanda della giornalista se la vicenda in questione avrebbe potuto avere un peso durante il processo, l’avvocato Gnazi ha affermato: “Qualsiasi cosa sarebbe stata utile ai fini della valutazione della personalità dell’imputato, certamente“. Lo scorso 7 febbraio, la Corte di Cassazione ha stabilito che Ciontoli ed i suoi familiari dovranno riaffrontare il processo d’appello.
Leggi anche —> Omicidio Marco Vannini: la ricostruzione del caso
La primavera porta con sé un'atmosfera unica e magica, rendendo il momento ideale per esplorare…
La presenza di muffa sui muri è un segnale inequivocabile di un ambiente con un…
Nel vasto ambito dell’istruzione e del mondo accademico, gli studiosi svolgono un ruolo fondamentale nel…
Nel corso del tempo non è raro ritrovarsi a dover far fronte a qualche forma…
Quanto sono importanti i montascale per anziani e perché è fondamentale approfondire i benefici? Iniziamo…
Le temperature sono scese da poco ma tutti prima o poi sappiamo che ci troveremo…