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Coronavirus, chi lo ha portato in Europa: la verità dalla Germania

Chi ha portato il coronavirus in Europa? Sull’epidemia che spaventa il mondo, ecco la verità dalla Germania che svela l’identità del primo contagiato.

(Getty Images)

L’emergenza cornavirus spaventa il mondo e non solo l’Italia. Ad oggi, i contagi sono oltre 93mila di cui più di 80mila in Cina, 5.300 in Corea del Sud, 2.300 in Iran e 3.300 in Europa. I morti superano i 3.200, di cui 3mila in Cina, seguono Iran e Italia. Il coronavirus si è diffuso prima in Cina per poi arrivare in altri Paesi del mondo, ma chi è stato il primo contagiato europeo? A svelarlo è una lettera scritta da medici tedeschi e pubblicata dal New England Journal of Medicine.

Coronavirus, un 33enne tedesco il primo caso europeo

I numeri del coronavirus in Italia stanno spaventando l’Europa al punto che il Presidente del Consiglio Conte ha fatto un discorso alla Nazione, ma secondo una lettera pubblicata dai medici tedeschi dal New England Journal of Medicine, il primo contagiato europeo potrebbe essere stato un uomo tedesco di 33 anni. Secondo quanto si legge nella lettera, l’uomo ha manifestato sintomi respiratori e febbre alta il 24 gennaio. Dopo un miglioramento, sarebbe tornato a lavoro il 27 gennaio. L’uomo potrebbe essersi contagiato durante un meeting a cui ha partecipato il 20 e il 21 gennaio e a cui ha partecipato anche una collega di Shangai.

«È da notare che l’infezione sembra essere stata trasmessa durante il periodo di incubazione, quando i sintomi erano lievi e non specifici. In questo contesto il fatto che il virus sia stato trovato in quantità rilevanti nell’espettorato dell’uomo anche nel suo periodo di convalescenza pone il problema della trasmissibilità del virus anche dopo il termine dei sintomi, sebbene tale carica virale rilevata con il test sia ancora da confermare attraverso una coltura del virus», scrivono gli autori della comunicazione.

«Il fatto che la viremia possa essere presente anche dopo la scomparsa dei sintomi era già noto» conferma Walter Ricciardi , rappresentante del Comitato esecutivo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e consigliere del ministro Speranza. «E ci deve indurre alla sorveglianza dei pazienti dimessi dopo ospedalizzazione, ai quali è consigliabile fare un tampone anche dopo le dimissioni».

Coronavirus Italia (Getty Images)

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