Al vaglio degli inquirenti in merito ai pacchi bomba di Roma c’è anche la pista di un un gruppo di anarchici anti coronavirus
Proseguono le indagini degli inquirenti in merito ai pacchi bomba che lunedì scorso, 2 marzo, hanno ferito tre donne a Roma. Le lettere esplosive, come ricostruito dagli investigatori, erano dirette al funzionario dell’Inail del Tuscolano Rosa Quattrone, alla microbiologa in pensione dell’università del Sacro Cuore Elisabetta Meucci e al medico epidemiologo del policlinico di Tor Vergata Daniela Carmicelli. Le prime due a causa dell’esplosione sono rimaste ferite, mentre la Carmicelli non ha ricevuto il pacco, che è esploso tra le mani di un’addetta delle poste di via Cappannini a Fiumicino aeroporto. Una delle ipotesi al vaglio degli inquirenti è quella che dietro i pacchi bomba possa esserci un gruppo di anarchici anti coronavirus.
Degli anarchici anti coronavirus dietro i tre pacchi bomba che hanno ferito altrettante donne lo scorso lunedì a Roma. Questa, secondo quanto riportato dalla redazione di Leggo, la nuova ipotesi al vaglio degli inquirenti che si stanno occupando delle indagini. Le tre lettere, come ricostruito dagli investigatori, erano indirizzate al medico epidemiologo del policlinico di Tor Vergata Daniela Carmicelli, al funzionario dell’Inail del Tuscolano Rosa Quattrone ed alla microbiologa in pensione, dell’università del Sacro Cuore Elisabetta Meucci. Le ultime due sono rimaste ferite all’apertura del pacco, mentre quello per la dottoressa Carmicelli è esploso tra le mani di un’addetta del Centro di Meccanizzazione Postale di via Cappannini a Fiumicino aeroporto. Le tre donne non si conoscevano tra loro, ma, come riporta Leggo, erano impegnate istituzionalmente su fronti unici. A questo si aggiungerebbero delle scritte comparse sui muri della Capitale nei giorni scorsi che recitano: “Coronavirus=Globalizzazione”.
La Procura della Repubblica di Roma ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di reato di attentato con finalità di terrorismo. Attualmente le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Francesco Caporale, sono affidate all’antiterrorismo della digos e i ros dei carabinieri. Quest’ultimi stanno seguendo varie piste a trecento sessanta gradi senza escludere nemmeno quella politica o quella legata a movimenti contro chi si occupa del Coronavirus. Gli investigatori, riferisce Leggo, stanno adesso esaminando i filmati ripresi dalle telecamere di sorveglianza poste nelle località di spedizione per cercare di identificare i responsabili.
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