Il settore bancario sta vivendo un momento di importanti cambiamenti che toccheranno la sfera lavorativa di molti lavoratori. Infatti, i principali gruppi bancari stanno mettendo in atto tagli significativi che si traducono nella chiusura di filiali e nella probabile diminuzione degli organici.
Già Unicredit aveva annunciato tagli importanti. Così pure Intesa San Paolo e Ubi, conseguenza della fusione dei due istituti.
Da ultimo arriva Banco Bpm. Infatti, sebbene il 2019 sia terminato con un utile per Bpm e sia stata annunciata la decisione di distribuire nuovi dividendi, anche il Banco popolare di Milano taglierà posti di lavoro.
Vediamo più da vicino i dati: l’utile netto consolidato è stato di 797 milioni di euro e il margine di interesse è sceso del 12,9% e le commissioni del 3,6%. I proventi operativi segnano una diminuzione del 10%, a 4.293 milioni di euro.
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I tagli in vista a Bpm
Il nuovo piano industriale, che l’ad Giuseppe Castagna ha appena illustrato prevede in primis la razionalizzare i costi.
Il segretario nazionale Fabi, Giuliano Xausa ha dichiarato come si legge su Qui Finanza: “Vogliamo esuberi solo di carattere volontario, con un’assunzione ogni due uscite al netto del turn over” ha dichiarato e ha proseguito: “Non nascondiamo le nostre perplessità sulla chiusura di 200 filiali, in territori dove daremo i clienti in mano a Poste, che sono concorrenti sleali, con un impatto negativo sulle quote di mercato“.
Peraltro, in questo momento di emergenza a causa del Coronavirus e delle misure per contenerlo, Fabi ha chiesto che siano create, attraverso una formazione ad hoc, nuove figure professionali legate all’offerta di digitale.
Inoltre, ha ventilato l’ipotesi di una possibile vendita degli immobili di proprietà.
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