Coronavirus, tutta la negatività dell’infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano: “Gli italiani sappiano che non sarà breve”
E’ negativa l’opinione dell’infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano: “Non voglio fare la Cassandra, ma gli italiani sappiano che non sarà breve, né sarà facile”. L’opinione a Tgcom24 dell’infettivologo Massimo Galli, riporta alla dura realtà. “Le misure prese, – aggiunge, – seppur dolorose, sono necessarie, ma bisogna vedere se saranno anche sufficienti”. L’ipotesi sull’arrivo del virus in Italia – “Siamo stati ‘sfortunati’ – commenta Massimo Galli a Tgcom24. – In Italia l’infezione è probabilmente arrivata con una persona sola e il contagio ha serpeggiato sotto traccia, di nascosto, per almeno due-tre settimane fino a manifestarsi con una serie di malati seri arrivati tutti insieme”. Cosa ci dicono i numeri di oggi – “Tutto ciò – continua il primario di Malattie Infettive all’ospedale Sacco di Milano, – ha impedito di investigare prima sulla realtà, comportando ora tantissimi problemi. Ma i casi di ieri e oggi non si sono ammalati ieri e oggi; il contagio per loro risale a tempo fa, alla prima settimana di febbraio”. “Per questo – conclude – vorrei che gli italiani capissero che non sarà facile né breve”, conclude, guardando alla fine dell’emergenza sanitaria in corso
I casi di contagio da Covid-19 in Italia sono 3.858. Nella mappa in alto potete vedere, provincia per provincia, il numero dei casi di contagio aggiornato a giovedì 5 marzo alle 18. Andando sul capoluogo della provincia colpita (il pallino rosso) si può vedere il numero esatto dei casi accertati su tutto il territorio. I morti sono 148: nella grandissima parte dei casi si tratta di persone già malate o con condizioni di salute già critiche. Le persone attualmente positive sono 3.296: sono i 3.858 dei casi di contagio senza i morti e i guariti. Tra le persone attualmente positive 1.790 sono ricoverate con sintomi, 1.155 sono in isolamento domestico e 351 sono in terapia intensiva. Il governo ha annunciato la chiusura di tutte le scuole, in tutta l’Italia, fino al 15 marzo 2020 per contenere il contagio e non arrivare ad una situazione in cui posti disponibili nei reparti di terapia intensiva potrebbero non essere più sufficienti.
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