Gianni Rezza, direttore del Dipartimento di malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità (ISS), ha parlato dell’allerta da Coronavirus anche a Roma
Anche Roma è ormai in allerta per l’epidemia da Coronavirus che sta colpendo l’Italia. La conferma arriva anche da Gianni Rezza, direttore del Dipartimento di malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità (ISS). L’esperto, intervenuto sul tema sulle frequenze di ‘Rai Radio 1‘ nel corso della trasmissione ‘Radio Anch’Io‘ dichiara: “Le catene di trasmissione sono per ora piccole – sottolinea – Ne dobbiamo prendere atto perché altrimenti si fa il patatrac come a Lodi di nuovo. Solo che stavolta eravamo avvertiti“. Il suo consiglio è quello di seguire le misure disposte per il contenimento del contagio. Altrimenti il rischio sarebbe che anche sia nella Capitale che nel resto dell’Italia possa accadere quanto si sta verificando nel Nord Italia, in particolar modo in Lombardia. Il medico aggiunge quindi ai microfoni di ‘Adnkronos Salute‘ riguardo alla possibilità che si ripeta nella Capitale quanto sta succedendo a Milano.
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Coronavirus, Rezza (direttore ISS): “A Roma iniziano casi e catene di trasmissione”
“Ho paura di sì. Bisogna dire che per ora Milano ha focolai limitati. A Roma iniziano casi di Covid-19 e catene di trasmissione. Bisogna agire prontamente“. Io che renderebbe vulnerabile la città capitolina al Coronavirus sarebbe l’elevato numero degli “spostamenti” di persone che arrivano ogni giorno a Roma per motivi di lavoro. Per questo motivo Rezza esorta le autorità: “Bisogna agire prontamente“. Un invito che sembra essere assolutamente fondato. I dati infatti riportano che l’Italia è seconda per numero di morti dopo la Cina. Il bilancio al momento è di 366 vittime. Il dato dei malati è di 6.387, con un incremento solo nella giornata di ieri di 1.326 persone rispetto al giorno precedente. Ieri inoltre è anche giunta ai prefetti la direttiva diramata dal Viminale che prevede controlli nelle stazioni, negli aeroporti e lungo le strade della Lombardia e delle 14 province interessate dal decreto.
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