Con le parole del primo ministro inglese il premier descrive la situazione coronavirus nel nostro Paese: “La nostra ora più buia ma ce la faremo”
“In questi giorni ho ripensato a vecchie letture su Churchill, è la nostra ora più buia, ma ce la faremo“. È con le parole del primo ministro inglese che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, descrive la situazione coronavirus in Italia.
Parla in un’intervista a “Repubblica” degli ultimi sviluppi dell’emergenza che il nostro Paese sta vivendo.
“Voglio essere onesto e chiaro, come sempre: difficile fare previsioni, perché siamo di fronte a un virus nuovo e con un tasso di virulenza che ancora stiamo sperimentando” ha puntualizzato il premier dalle pagine del quotidiano.
“Il governo coordina con intensità e concentrazione la macchina organizzativa – ha aggiunto – Due gli obiettivi: contenere la diffusione del virus e potenziare le strutture sanitarie perché reggano la sfida. Siamo un Paese forte”
Conte, in via precauzionale, si è sottoposto al tampone per il coronavirus. Il risultato è negativo. Un esito arrivato invece dopo diverse positività di politici nazionali e locali, primo tra tutti Nicola Zingaretti.
E se il referendum sul numero dei parlamentari è stato rinviato, per il momento non si parla di rinvio per le elezioni regionali di primavera. “Al momento non sussiste uno scenario di questo tipo” ha aggiunto Conte.
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Coronavirus, Conte: “atto irresponsabile far circolare la bozza”
Il premier Conte affida alle pagine di “Repubblica” anche una dovuta precisazione sulle anticipazioni trapelate sabato sera sulle nuove disposizioni in materia di coronavirus. La bozza del decreto, diventato attuativo ieri dopo la firma del premier nella notte, è trapelata. I giornali ne hanno dato notizia e si è generata la confusione più totale, in Lombardia e nelle province coinvolte.
“Chi ha fatto circolare all’esterno la bozza del provvedimento ha compiuto un atto irresponsabile – ha tuonato Conte – perché l’indebita diffusione del testo non definitivo ha causato confusione e incertezza presso i cittadini”.
Poi il premier conferma che non è stato Palazzo Chigi a far trapelare la bozza. “Assolutamente no. A tarda sera, quando la bozza è stata inviata, come prevede la legge, ai ministri e ai presidenti delle Regioni – ha ribadito – ci siamo ritrovati con un paese che discuteva di misure provvisorie su cui io stesso mi ero riservato di effettuare definitive valutazioni. D’ora in poi adotteremo contromisure severe affinché situazioni del genere non si ripetano più. La riservatezza degli atti normativi in corso di formazione va tutelata al massimo grado”.
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