Denunciati due ragazzi di 24 e 25 anni di Parma per aver lasciato la provincia di Parma, attualmente in zona rossa per l’emergenza coronavirus, per andare in vacanza a Madrid.
Nonostante l’ampliamento della zona rossa e le misure introdotte dal nuovo decreto governativo per contenere l’emergenza coronavirus, si registrano altri episodi di fughe dalle aree colpite. L’ultimo in ordine cronologico si è verificato ieri, domenica 8 marzo, quando due giovani ragazzi hanno abbandonato la zona rossa in provincia di Parma per recarsi all’aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna. A fermare i due sono i carabinieri, ai quali hanno raccontato che si stavano recando all’aeroporto per un viaggio di piacere a Madrid.
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Parma, due giovani abbandonano la zona rossa dell’emergenza coronavirus: volevano recarsi all’aeroporto di Bologna e andare in vacanza
Due giovani ragazzi di 20 e 25 anni di Parma sono stati fermati dai carabinieri e poi denunciati per aver violato le disposizioni del Dpcm sull’emergenza coronavirus emanato dal Governo italiano ed in vigore da ieri, domenica 8 marzo. A fermare i due giovani, secondo quanto riporta la redazione de Il Resto del Carlino, i carabinieri della compagnia di Borgo Panigale durante un controllo alla circolazione stradale. I due provenienti dal capoluogo di provincia emiliano hanno riferito ai militari che si stavano recando presso all’aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna per prendere un aereo diretto a Madrid per un viaggio di piacere.
Per queste ragioni, è scattata per i due ventenni una denuncia per la violazione delle disposizioni del decreto che ha allargato la zona rossa colpita dall’emergenza inserendo l’intera Lombardia e altre 14 province (Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro-Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano Cusio Ossola, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia). I carabinieri dopo la denuncia, come riporta Il Resto del Carlino, hanno invitato i due giovani a rientrare nella provincia emiliana.
Per chi viola le restrizioni, come sancisce il Dcpm, è previsto l’arresto sino ai 3 mesi di reclusione o un’ammenda sino a 206 euro, salvo che “non si possa configurare un’ipotesi più grave quale quella prevista dall’articolo 452 del codice penale: delitti colposi contro la salute pubblica, che persegue tutte le condotte idonee a produrre un pericolo per la salute pubblica“.
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