Coronavirus, parlano i presidenti delle Regioni

De Luca, Bonaccini e Cirio dicono la loro sulla situazione coronavirus in Italia con precisazioni sui territori che loro governano

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Alberto Cirio, presidente del Piemonte (leggo.it)

Immediatamente dopo l’emanazione del nuovo decreto che impone misure restrittive per contenere il dilagare del coronavirus, parlano alcuni presidenti delle Regioni. Raccontano cosa accade nei territori che governano e come si vive in queste ore e in questi giorni in piena emergenza.

Il primo è chi il Covid-19 lo sta vivendo sulla propria pelle: il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, risultato positivo al coronavirus. “Lì per lì mi sono preoccupato, soprattutto per la mia famiglia e le persone deboli con cui posso aver avuto contatti – ha spiegato il governatore al Corriere della Sera – Ma poi mi sono detto: niente allarmismi, bisogna restare lucidi e continuare a lavorare. Io non voglio e non posso mollare”.

Dice di essere sereno Cirio, di stare bene e senza sintomi: “Abbiamo la forza di vincere questa sfida con il virus, ma le persone devono stare in casa, uscire solo per lo stretto necessario”.

E racconta come ha capito di essere stato contagiato: “Insieme agli altri governatori sono stato mercoledì a Palazzo Chigi. C’era anche Nicola Zingaretti, che poi è risultato positivo – ha detto – Io non volevo, poi Giovanni Toti, il presidente della Liguria, mi ha avvertito che avrebbe fatto il test. Ero perplesso, non avevo sintomi. Ma poi mi sono convinto: tutti i giorni incontro decine di persone, non sarebbe stato responsabile esporli al rischio”.

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Coronavirus, cosa accade nel Sud Italia

Parla anche Vincenzo De Luca, governatore della Campania in merito all’emergenza coronavirus e descrive com’è al momento la situazione nel Meridione. “Qui da noi, come al Nord, si registrano episodi gravi di irresponsabilità individuale – ha tuonato Vincenzo De Luca, governatore della Campania al Corriere della Sera – Nei locali, la norma di distanza di almeno un metro è illusoria e ingestibile. Di notte centinaia di ragazzi affollano i pub. Se la realtà è questa, bisogna impegnare le forze di polizia a chiudere i locali che contravvengono alle regole”.

“Per evitare la diffusione di massa del contagio, occorre il pugno di ferro. Se non lo farà il governo, lo faremo noi – continua De Luca – C’è stata un’ondata di arrivi imprevista e ingovernata, con la conseguente paura diffusa di una penetrazione di massa del contagio. Abbiamo dovuto emettere ordinanze immediate per identificare tutti i cittadini arrivati dalle zone a rischio e sottoponendoli a isolamento domiciliare controllato”.

Il governatore della Campania ha ammesso che la situazione non è facile da gestire “perché chi è rientrato con i mezzi propri sfugge al controllo. Sono impegnate le forze dell’ordine, i Comuni, le Prefetture, le Asl”.

Bonaccini contesta il metodo del Governo

Arriva anche la voce di Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia Romagna, regione che vede alcune sue province inserite nelle nuove zone rosse. Il presidente dice la sua in merito alle nuove norme emanate dal governo Conte in merito al coronavirus. “Le misure del governo meritavano un confronto preventivo con le Regioni – ha precisato a “Repubblica” – misure restrittive le avevamo chieste anche noi”, ma contesta il metodo usato.

Si riferisce alla bozza del decreto arrivata a tarda sera. Pochissimo tempo per discuterla tra le Regioni e il Governo e già se ne parlava ovunque “tra zone rosse allargate, blocchi produttivi e limitazioni agli spostamenti”. D’ ora in poi, mette in chiaro il presidente, “spero che il confronto col governo possa essere reale, perché se chiediamo ai cittadini di fare la propria parte dobbiamo essere chiari”.

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Stefano Bonaccini (GettyImages)

 

 

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