L’assessore al Welfare Giulio Gallera, ha illustrato la redistribuzione dei servizi ospedalieri in Lombardia dopo il decreto governativo per contenere il contagio da coronavirus.
Il decreto governativo, varato nella notte tra sabato e domenica ed in vigore già da ieri, ha allargato la zona rossa colpita dall’emergenza coronavirus ed ha introdotto nuove disposizioni per contenere il contagio. Tra queste vi è quella di redistribuire geograficamente i servizi ospedalieri per tutti quei pazienti affetti da altre patologie non legate al 2019-nCoV. Come spiegato ieri in conferenza stampa dall’Assessore al Welfare Giulio Gallera, in Lombardia è stato istituito un hub in cui verranno assicurate le prestazioni ordinarie o d’emergenza a tutti i cittadini.
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Coronavirus, Gallera illustra la disposizione per la redistribuzione dei servizi ospedalieri per i pazienti affetti da altre patologie
L’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera ha illustrato ieri, domenica 8 marzo, una delibera della Giunta straordinaria dopo il decreto governativo per contenere il contagio da coronavirus. Gallera ha spiegato in merito alla redistribuzione geografica dei servizi ospedalieri per i pazienti affetti da altre patologie non legate al Covid 2019: “Abbiamo individuato 18 ospedali Hub -riporta Il Giornale– che si occuperanno dei grandi traumi, delle urgenze neurochirurgiche, neurologiche stroke e cardiovascolari. L’obiettivo è quello di creare maggiore disponibilità negli altri ospedali per pazienti affetti da Covid-19″.
“Sugli ospedali Hub – prosegue Gallera, come riporta Il Giornale – si concentra l’attività di erogazione delle prestazioni relative alle reti tempo dipendenti (es. infarto, ictus..) e alle patologie le cui cure non possono essere procrastinate. Questi presidi dovranno garantire l’accettazione continua nelle 24 ore di tutti i pazienti che si presentano, potendo anche contare su più equipe disponibili di cui almeno una in guardia attiva, con un percorso separato e indipendente per pazienti affetti da Covid-19 rispetto agli altri pazienti e svolgere la propria attività attraverso la collaborazione di equipe provenienti e messe a disposizione da altri erogatori pubblici e privati accreditati e a contratto”.
Questa la suddivisione degli hub in Lombardia in base alle patologie, riportata da Il Giornale:
Grandi traumi: Grande Ospedale Metropolitano di Niguarda, Spedali Civili di Brescia e Ospedale di Varese. Rimane riferimento per il trauma maggiore pediatrico il CTS Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.
Urgenze cardiochirurgiche: Ospedali Civili di Brescia, Poliambulanza di Brescia, Papa Giovanni XXIII di Bergamo, Ospedale di Sondrio, Ospedale di Varese, IRCCS San Matteo di Pavia, Carlo Poma di Mantova, Ospedale di Legnano, San Gerardo di Monza, Monzino, Ospedale San Paolo, Ospedale San Raffaele, Ospedale di Lecco. Per quanto riguarda le attività di elettrofisiologia d’urgenza, e per i pazienti pediatrici, come riferisce Il Giornale, rimane attiva anche l’IRCCS San Donato. Dovranno fare riferimento alle strutture segnalate coloro i quali necessitano di interventi d’emergenza o non procrastinabili per un periodo superiore ai 2 mesi. Questi centri possono accogliere e trattare soggetti provenienti da tutti reparti di cardiologie e cardiochirurgie della regione.
Malattie cerebrovascolari: Ospedali Civili di Brescia, IRCCS Humanitas Milano, Ospedale Sant’Anna di Como, Ospedale di Varese, IRCCS San Matteo di Pavia, Ospedale Carlo Poma di Mantova (in collaborazione con equipe di Cremona), Ospedale di Legnano, San Gerardo di Monza, Grande Ospedale Metropolitano di Niguarda e Ospedale di Lecco.
Vaccini per i bambini: le sedute, riferisce Il Giornale, per i vaccini sono riattivate dall’11 marzo per la somministrazione di ciclo di base esavalente e pneumococco e rotavirus (compatibilmente con la possibilità di somministrazione contemporanea di altri vaccini), la prima MPRV (morbillo, parotite, rosolia e varicella) e Meningococco C, la seconda dose MPRV e dTP (difterite, tetano e pertosse)/ poliomelite.
Attività ambulatoriali: “Le attività ambulatoriali – ha spiegato Gallera, riporta Il Giornale – comprese quelle erogate in regime di libera professione intramuraria, sono sospese a decorrere dal 9 marzo 2020. Fatta eccezione per l’attività in regime di libera professione intramuraria che rimane comunque sospesa, l’attività ambulatoriale istituzionale, incluso il percorso di presa in carico dei pazienti con patologie croniche, potrà essere mantenuta qualora non vi sia necessità di risorse professionali per assistenza ai pazienti ricoverati sia per Covid-19 che per le altre patologie e anche con modalità alternative idonee a tutelare i pazienti più fragili. Viene comunque mantenuta l’attività per prestazioni non differibili (quali ad esempio chemioterapia, radioterapia, dialisi ecc.), prestazioni urgenti con priorità U o B, prestazioni dell’area salute mentale dell’età evolutiva e dell’età adulta e i servizi sulle dipendenze”.
Nella sospensione di questo tipo di attività non rientrano gli erogatori accreditati e a contratto che svolgono esclusivamente attività ambulatoriale, con esclusione delle strutture ambulatoriali facenti parte di un ente gestore unico con attività di degenza; gli erogatori autorizzati e accreditati non a contratto; gli studi privati di medici, odontoiatri e operatori sanitari. Quest’ultimi dovranno, però, acquisire dai propri professionisti la disponibilità a collaborare nel periodo di emergenza andando ad attivare uno specifico flusso informativo che permetta alle ATS di disporre di tale informazione.
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