Il documento descrive il dramma da coronavirus negli ospedali. Tra i malati che arrivano anche i giovani con “polmoniti orribili”
Un’audio che sta circolando nelle ultime ore descrive il dramma degli ospedali. Un dramma che porta il nome di coronavirus, un mostro invisibile ma perfido, subdolo e che attacca senza che la gente se ne possa accorgere.
All’inizio si parlava dell’ospedale Niguarda di Milano che ha però subito smentito. L’audio in questione è stato pubblicato da Dagospia e mette nero su bianco quanto la situazione negli ospedali, quasi al collasso, sia difficile. Si sente la voce di una cardiologa: “Ragazzi la situazione è questa. Hanno chiuso interi reparti, hanno ridotto i posti letto dei reparti tradizionali, hanno bloccato gli ambulatori per far venire i medici ambulatoriali a fare i medici per i reparti Covid”.
Una descrizione agghiacciante. Un’istantanea di un’Italia che sta soffrendo e di un personale sanitario che cerca di fare il possibile con i mezzi che ci sono a disposizione. Un audio che fa riflettere.
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Ma i particolari non sono ancora finiti. “Arrivano ogni giorno in maniera esponenziale, hanno triplicato praticamente i posti di rianimazione, volevano chiuderci l’Utic (Unità di Terapia Intensiva Coronarica). Non so quante Utic sono state chiuse per cui anche la rete Stemia è stata chiusa e stanno decentrando tutto – lo sfogo della donna in servizio – Stiamo scoppiando, ci sono 30 intubati Covid. Tutte le rianimazioni sono quasi piene, si sta pensando a un numero di triage (In un ospedale, la scelta, tra più pazienti, di quelli maggiormente bisognosi di cure) dei rianimatori per distribuire i pazienti nei letti di rianimazione e decidere chi intubare e chi lasciar morire”.
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L’audio in questione è molto lungo. È quasi un cortometraggio di un film denominato coronavirus che non avremmo mai voluto vedere. È un documento che turba e scuote ma nello stesso tempo parla della verità. “Non te ne accorgi, non li becchi. In Utic abbiamo avuto uno choc cardiogeno per 5 giorni lastra da Epa e l’infettivologo non aveva detto un ca***. Il radiologo è congestionato dal piccolo circolo – continua il racconto – Ieri ho telefonato al radiologo e gli ho detto senti questa qua secondo me è una polmonite e c’aveva la polmonite. Ora gli hanno fatto il tampone ma sicuramente è un paziente Covid, ci metto la mano sul fuoco”.
“Non si riconosce, ma soprattutto voi non avete idea quanti giovani, anche ventenni, richiedono la C-pap e hanno delle polmoniti orribili e non hanno comorbidità – la dura constatazione – Quanti nati negli anni ’70 hanno polmoniti. Una marea. È inimmaginabile. I medici ormai non vengono neanche più messi in quarantena o screenati con il tampone. Ti dicono: se tu hai avuto un contatto e non hai sintomi vieni a lavorare. Se hai dei sintomi decidi tu se venire a lavorare o rimanere a casa. È tragico. Adesso stanno assumendo tutti gli specializzandi del Policlinico e al Policlinico c’è un solo padiglione su tre o quattro che non è destinato ai Covid. Si aspettano 50 polmoniti al giorno. È drammatica la cosa e non la si dice in giro, bisogna assolutamente che la gente lo capisca”.
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