Coronavirus, anche i giovani in terapia intensiva. La percentuale è bassa rispetto agli over 50. Un diciottenne è ricoverato a Milano
Il Covid-19 non lascia scampo proprio a nessuno. Non c’è distinzione tra un giovane o un anziano, la malattia è uguale per tutti. Lunedì mattina al San Raffaele è stato ricoverato un ragazzo di 18 anni che adesso è in terapia intensiva. I casi in rianimazione under 50 ricoprono una minima percentuale ma sono comunque presenti. “Gli adolescenti si considerano immortali – ha commentato Massimo Galli, direttore del reparto di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano – Ma ci sono anche giovani in rianimazione con problemi decisamente seri. Trentenni e anche più giovani. Pochi casi, ma ci sono“. Alberto Zangrillo, primario di terapia intensiva cardiovascolare e generale dell’Ospedale San Raffaele di Milano, smentisce le fake-news circolate e tranquillizza:” Abbiamo 27 persone in terapia intensiva, sei sono guariti e ce n’è uno di 18. Ma uno solo”.
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Coronavirus, attenersi alle regole
I casi di guarigione ci sono e questo è un dato positivo, ma la possibilità dei contagi è sempre maggiore. Per evitare ciò bisogna rimanere a casa, è l’unico modo per espellere il fenomeno. Il nuovo decreto, in vigore dal 10 marzo, espande la zona rossa al resto d’Italia, così nessuno si sentirà diverso e tutti dovranno aiutarsi per combattere questo tragico evento. Io resto a casa è l’hastag che promuove la campagna contro il virus, tutti indistintamente dovranno rispettare le regole e rimanere a casa. Solo così i contagi diminuiranno. “Per come ci stiamo muovendo tutti ce la faremo. Ma ribadisco: se volete aiutarci, se volete fare qualcosa di utile, non uscite di casa – spiega il primario- non perché fuori casa ci sia la certezza assoluta di ammalarsi e di finire in rianimazione. Ma perché è l’unico modo per far esaurire il fenomeno“.
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