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Coronavirus, rivolte nelle carceri: scenario da guerra

Coronavirus, a seguito delle rivolte nelle carceri numerosi detenuti sono riusciti ad evadere, altri sono morti, altri ancora rimasti feriti. L’attuale situazione.

Polizia Penitenziaria e Soccorsi al carcere Sant’Anna di Modena (Getty Images)

Non si placano le rivolte all’interno delle carceri italiane. I detenuti continuano a protestare, incendiano materassi, si rifiutano di rientrare nelle proprie celle. E tutto questo a causa del coronavirus, o meglio. Dopo la stretta sulle visite dei familiari per scongiurare la possibilità di contagi, i carcerati hanno iniziato a mettere a ferro e fuoco le case circondariali. La situazione su tutta la penisola è drammatica.

Coronavirus, rivolta nelle carceri: morti ed evasi

Nel carcere di Modena, dopo le rivolte di ieri si sono registrate nove morti. A Milano la Procura ha deciso di aprire un fascicolo d’indagine per devastazione, saccheggio e resistenza. Dal penitenziario di Foggia vi è stata una fuga di massa e ventidue persone ancora non sono state rintracciate. Tra questi vi sarebbe, riporta Il Fatto Quotidiano, Cristoforo Aghilar, un uomo che uccise l’ex suocera. Per le Forze di Polizia, dietro il caos nelle carceri, potrebbe esserci la criminalità organizzata.

Stando a quanto riporta Il Fatto Quotidiano, però, al momento pare che il clima all’interno dei penitenziari sia più distendendo.  Ad oggi i tumulti rimasti in corso sarebbero a Caltanissetta, Enna, Larino, Pescara ed Avellino. Limitati disordini a Rieti, Genova e Campobasso. A Venezia, invece, dopo che alcuni detenuti hanno appiccato un incendio la situazione pare essere tornata alla normalità.

Quanto ai decessi, oltre a quelli di Modena, si aggiungono quelli di Rieti. Stando a quanto riporta Il Fatto Quotidiano tre detenuti sono morti dopo aver ingerito dei farmaci. Sette persone invece sono state trasferite in ospedale: di questi, tre in terapia intensiva.

Nel carcere di Siracusa i detenuti avrebbero, invece, ricreato l’inferno in terra. Dopo aver dato fuoco alle lenzuola delle proprie celle, con le brande hanno sfondato alcuni cancelli. Hanno inoltre distrutto l’impianto di videosorveglianza ed una delle cucine della mensa. Per non parlare dei danni al blocco di massima sicurezza. Nessuna tregua anche per il carcere di Aversa, che ha subito una protesta notturna.

A San Vittore, Milano, la protesta è diventata quasi manifestazione. I detenuti sono saliti sul tetto del penitenziario. Ad intervenire un pubblico ministero che su una gru li ha raggiunti per poter trattare.

Al Pagliarelli di Palermo, riporta Il Fatto Quotidiano, i detenuti si sarebbero appropriati di un piano dell’edificio dopo aver sottratto le chiavi ad una guardia. Il direttore del carcere siciliano ha affermato però che la crisi è in via di componimento.

Carceri, evasi ed ostaggi: le rivolte che hanno sconvolto il Paese

Di certo drammatica la situazione nel foggiano. Le autorità sono ancora alla ricerca dei ventidue evasi fuggiti nella giornata di ieri. Tra questi vi sarebbe un tale Cristoforo Aghilar, un uomo che uccise la madre della sua ex fidanzata. Dei soggetti ancora in libertà, riporta Il Fatto Quotidiano, alcuni apparterrebbero alla mafia locale.

Dal carcere di Melfi giunge invece notizia che i nove ostaggi sono stati liberati. SI trattava di quattro agenti di polizia penitenziaria e di cinque operatori sanitari.

Leggi anche —> Coronavirus, la testimonianza di una cardiologa: “Ci hanno detto di scegliere”

(Getty Images)

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