Secondo i dati del Corriere della Sera, nel primissimo focolaio della zona rossa lombarda calano i casi di coronavirus ed inizia la fase dell’immunità di gregge
Dopo la sofferenza delle restrizioni da quarantena arrivano le prime buone notizie da Codogno, uno dei focolai italiani di infezione da coronavirus. Lo racconta il Corriere della Sera che nel suo report ha stilato la mappa della situazione attuale in quella che è stata fin da subito “zona rossa”.
Meno contagi, ricoverati e vittime. Forse, a Codogno, sta iniziando la fase dell’immunità di gregge che indica che sempre più persone stanno sviluppando gli anticorpi al virus.
Gli ultimi dati registrati dalla Protezione civile fanno ben sperare. Quelle più sconfortanti calano e quelli positivi aumentano. La curva di crescita del contagio pare abbia iniziato a rallentare. Di giorno in giorno i casi di contagio sì aumentano ma in maniera inferiore rispetto ai giorni precedenti. Emblematico è proprio il quadro dei tre comuni più colpiti del Lodigiano (Codogno, Castiglione d’Adda e Casalpusterlengo) che per giorni sono stati tringerati in sé stessi per fermare l’ondata di contagio. E pare che questo abbia funzionato.
A Codogno il 9 marzo i casi di contagio erano 185, il giorno prima 170 e dunque 15 in meno e il 5 marzo, invece, 132, 54 in meno rispetto a quattro giorni dopo. Stessa curva in diminuzione per Castiglione D’Adda che registra al 9 marzo 137 casi rispetto ai 121 di quattro giorni prima. Crescita del +16% che indica che il contenimento è in atto come quello di Casalpusterlengo che si attesta a +22%nello stesso periodo.
Buone notizie arrivano anche dai dati sulle vittime da coronavirus che diminuiscono.
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Dati questi che fanno ben sperare anche se è ancora presto per poter dire se le misure adottate hanno funzionato contro il coronavirus. La curva in discesa di questi ultimi giorni non è ancora attendibile. C’è bisogno ancora di tempo perché dovrà essere confermata nelle prossime settimane. Solo allora si potrà parlare di missione compiuta. Nel mentre però l’assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera ha precisato che “i sacrifici, anche durissimi, hanno funzionato”.
In tutto questo bisogna aggiungere e tenere in considerazione il cambio di strategia in materia di monitoraggio di contagi da coronavirus. Il tampone, dapprima fatto a molte persone, ora viene somministrato solo a chi viene ricoverato in ospedale. Chi non ha sintomi gravi resta in casa e lì viene curato ma senza tampone.
Questo significa che i dati che parlano di casi positivi accertati non sono completi. Nonostante questo però è certo che i casi gravi, ovvero quello ospedalizzati, sono di certo di meno rispetto alle scorse settimane.
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