Coronavirus, paura che il cibo non basti: cosa è accaduto nei supermercati

A seguito del Decreto “Io resto a casa”, emanato per limitare i contagi da nuovo coronavirus, la popolazione ha preso d’assalto i supermercati.

Coronavirus
(Getty Images)

Nella serata di lunedì 9 marzo il Premier Giuseppe Conte ha annunciato che il Governo aveva emanato il Decreto “Io resto a casa”. Tramite quest’ultimo sono stati limitati gli spostamenti dei soggetti, salvo ricorrano tre ipotesi ben precise: stato di necessità, motivi di salute ed esigenze lavorative. Un annuncio quello del Presidente del Consiglio che ha innescato in numerosi cittadini la smania di correre ad assaltare i supermercati. In molti hanno temuto che le scorte di cibo non bastassero per tutti. Sul punto si è espresso Ivano Vacondio, presidente della Federalimentare.

Coronavirus, supermercati presi d’assalto: “L’industria alimentare italiana è in grado di aumentare la produzione”

Una corsa sfrenata ingiustificata. Così definisce l’assalto ai supermercati da parte della popolazione Ivano Vacondio all’esito dell’emanazione del DecretoIo resto a casa”. Il Presidente della Federalimentare, riporta Il Giornale, ha rassicurato i cittadini dicendo: “Il 75% della materia prima che le nostre imprese alimentari trasformano è italiana, solo un quarto proviene dell’estero”. Ed ancora: “L’industria alimentare italiana è in grado di aumentare la produzione“. Nessuna paura, dunque, gli italiani non rimarranno senza cibo come accadde durante le due Grandi Guerre o come se ci fosse una carestia in atto.

Toni rassicuranti quelli di Ivano Vacondio, che però diventano drammatici quando parla del post Covid-2019. “Dovremo aumentare il debito, l’Europa ci aiuterà, ma non sarà gratis: pagheremo più interessi, e questo – riporta Il Giornaleper le imprese potrebbe significare avere meno risorse per gli investimenti. Il grande risparmio delle famiglie italiane è una garanzia per chi finanzia il nostro debito“.

Tutte le attività commerciali resteranno chiuse: eccezione solo per supermercati, farmacie e Tabacchi

Sempre più drastiche le misure del Governo per contenere l’epidemia da nuovo coronavirus. Ieri sera, mercoledì 11 marzo, alle 20:40, un risoluto Giuseppe Conte ha lanciato un nuovo messaggio all’Italia. Dapprima il Premier si è detto fiero della popolazione che a seguito del Decreto “Io resto a casa”, ha rispettato le limitazioni sugli spostamenti. Gli effetti di queste misure, ha precisato, si vedranno però fra un paio di settimane. Giuseppe Conte ha, in diretta, annunciato ulteriori prescrizioni. A partire da oggi resteranno chiuse tutte le attività commerciali sino al 25 marzo. Bar, ristoranti ed ogni altro esercizio non avranno più fasce orarie di aperture; le saracinesche resteranno serrate. Come anche parrucchieri, barbieri, mercai rionali e centri estetici. Esclusi dalla totale chiusura i supermercati, i negozi di generi alimentari, le farmacie ed i Tabaccai. Consentiti i servizi a domicilio solo se i proprietari delle attività riescono a garantire le norme igienico sanitarie.

Quanto ai servizi finanziari, assicurativi, bancari e postali, questi ultimi continueranno ad essere svolti con regolarità. Lasciata alle regioni la facoltà di decidere se continuare a garantire il trasporto pubblico locale. Sempre di competenza delle regioni resta la decisione di far proseguire o meno la produzione di fabbriche ed aziende.

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Giuseppe Conte
Il premier Giuseppe Conte (Getty Images)
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